E-commerce e social media
Emmefurs di Como
investe nel digitale

La storica attività di pellicceria ha deciso si puntare forte sulla digitalizzazione. «Pochi giorni fa – dice il titolare, Massimo Gervasini – abbiamo avviato l’e-commerce sul sito. Una novità assoluta, una prova anche per me»

È una piccola azienda: serve le nipoti delle clienti che si presentavano ai suoi primi passi quando nacque. Il posizionamento strategico e la reputazione, però, li ha avuti sempre chiari nelle strategie e oggi si è posta il problema del digitale con più forza. Scegliendo di lanciare l’e-commerce e di puntare sempre più sui social.

Una decisione che Massimo Gervasini, titolare di Emmefurs, non ha preso a cuor leggero. L’operazione shopping online è partita in queste ore e colpisce ancora di più considerando che lui non realizza un prodotto che si accosta a questa tipologia di vendita con naturalezza: le pellicce. L’artigiano del resto aveva già avviato un progetto che con la reputazione non c’entra (almeno di primo acchito), ma che mostra come le piccole realtà mastichino più facilmente di quanto si pensi tematiche innovative: in questo caso, l’economia circolare con Slowfur.

Ma andiamo per gradi. È la mamma, Elsa Oldoini, a fondare una pellicceria nel 1948. Massimo entra nel 1983 e fonda poi nel 2013 Emmefurs. Si servono clienti di Como e Milano principalmente. Un lungo percorso, che in questi giorni viene coronato da una decisione: «Pochi giorni fa – conferma Gervasini – abbiamo avviato l’e-commerce sul sito. Una novità assoluta, una prova anche per me. Ma soprattutto dopo quello che è successo, era giusto farlo».

Quello che è successo, è naturalmente l’emergenza pandemia. Un dramma che cala sulle imprese, ma allo stesso tempo ne spinge qualcuna ad osare. «Era un’idea che avevo da un po’ – dice infatti l’artigiano – ma era un po’ frenata dal fatto che il mio articolo non è che si scelga da una fotografia, a cuor leggero. Visto però quello che è successo nei mesi scorsi, con il successo di molti nella vendita online, oltre ai capispalla ho deciso di inserire gli accessori nella collezione. Un conto è magari comprare una pelliccia, tuttavia la borsa, o il cappello… Allora ho afferrato l’occasione, ho rifatto il sito e mi sono detto buttiamoci».

Pochi giorni dalla nascita di questo canale, con tutta la consapevolezza del caso. Quindi affidarsi a degli specialisti, alla piattaforma giusta: «Non è sufficiente aprire un sito di e-commerce – ribadisce - Occorre che la gente ci arrivi. Bisogna essere indicizzati. E poi ho cominciato una campagna pubblicitaria su Instagram. Inoltre, ho mandato Whatsapp ai clienti di Como e Milano avvisando della novità». Se l’economia è scossa dall’impatto del Covid, questo settore ha altre ferite ancora «Il mio settore è ancora più in difficoltà, per una questione particolare. Il cambio di mentalità, di moda, gli animalisti. Mi sono dovuto adattare a quello – racconta ancora Gervasini – e qui è nato Slowfur». Così si sono proposte nuove collezioni confezionate solo utilizzando pellicce usate, invece che nuove nell’ottica positiva del riutilizzo. Si viene incontro a chi ha magari capi che non indossa più e intende monetizzarli, ma anche ispirarsi ai principi dell’economia circolare. Il tutto con le competenze sempre al centro, perché il processo di lavorazione, anzi di ricreazione come viene definito, avviene nel laboratorio di Como sulla base dell’esperienza artigianale.

Provare, sempre

Già questo è un passo dunque più in sintonia con il posizionamento strategico di quanto possa sembrare. Ora la rete. Consapevole anche dei rischi: «Confrontandomi con altre persone, le perplessità più grosse riguardano i resi, un cliente può acquistare online, usare il capo uno o due volte, e poi restituirlo in 14 giorni, secondo le regole – spiega – Poi l’aspetto della taglia. Però dobbiamo adattarci, abituarci alla nuova metodologia. Guardare avanti. I rischi si mettono in preventivo».

Si spera che il canale serva anche ad attirare lo sguardo di nuovi clienti. Anche qui dunque, a consentire loro una prima esperienza, visiva, studiano i dettagli, i prezzi. Rimandando poi la decisione definitiva a una visita in laboratorio. «Puntiamo anche su quei clienti – conferma l’imprenditore- che guardano, però poi non vogliono comprare online. Della Lombardia, o comunque con poche ore di distanza da qui». Forse anche i turisti, chi lo sa.

Fidelizzare, un impegno che da Emmefurs ha portato avanti con la “tradizione” delle competenze artigiane e della qualità: «Sto servendo le nipoti delle prime clienti di mia mamma. Ma certo il sogno ora è spingere di più. Non è un periodo favorevole, ma bisogna sempre provare qualcosa».

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