Minghetti: "La nosta ricetta anticrisi
Il teatro si mette in vendita"



La direttrice: "Siamo un caso anomalo, la nostra gestione si basa sui biglietti, sui finanziamenti ma anche sulla produzione e commercializzazione degli spettacoli"

«Quale teatro per Como?» è il tema della relazione che Barbara Minghetti, presidente di Aslico e direttore del Teatro Sociale di Como, terrà il 26 ottobre alle 18 all'Istituto Carducci di Como, in via le Cavallotti 7, per la serie del «Salotto letterario». Info 031/267365.


Quale teatro per Como? O quanti teatri per Como? O quale vocazione teatrale per Como? O quale circuito teatrale per il territorio di Como? O quale attività teatrali estive per Como? Quale politica culturale per Como? Quale il senso di fare teatro oggi? Quali risorse per il Teatro a Como? Quali cambiamenti in Italia per la gestione Teatro?
Tante domande, difficili le risposte.
Di recente è uscito sui giornali che il teatro fa bene alla vita, o meglio la allunga e non solo… Permette agli attori (e in parte minore anche agli spettatori) di rimanere lucidi, pieni di energia intellettiva e presenti anche in età avanzata. Citati, tra gli altri, gli esempi illustri di Franca Valeri e Giorgio Albertazzi. Da qui anche il recente successo dei corsi di teatro per tutte le età. Il teatro fa bene per vincere la timidezza, per affrontare il gruppo con le sue difficili relazioni, per imparare a parlare davanti agli altri, che nella vita servirà… Ma anche il movimento, la danza, che da spettatore manda in estasi, aumenta la percezione della bellezza, e da attivi danzatori ai corsi dà la capacità di sapersi misurare con il proprio corpo. E poi la musica, come dimenticarcene, che permette di viaggiare in mondi lontani e sconosciuti, di assaporare la bellezza di suoni e armonie incantevoli. Ma per tutto ciò esiste una lunga storia, dal teatro greco in avanti, e una letteratura ancora più prestigiosa, da Platone a Kant, da Tolstoj a Scarpa che hanno scritto e filosofeggiato ben meglio di me, sull'importanza e sul valore delle arti dello spettacolo, per la costruzione dell'essere umano, e della sua necessità per lo sviluppo della cultura individuale e anche di massa.
Quindi credo che, sulla necessità di avere uno spazio teatrale in città dove poter assistere (o partecipare) a spettacoli di prosa, danza, opera e musica nessuno abbia da ridire.
Ma caliamo nella realtà di Como, e parliamo del Sociale, di cui mi occupo direttamente.
Il nostro è un teatro di produzione che fornisce lavoro a numerose persone e altrettante vengono formate. Quindi si istaurano relazioni con istituti professionali e con associazioni culturali, ma anche con aziende del territorio che forniscono i materiali, creando un circuito produttivo, lavorativo e di accrescimento culturale.
E poi un teatro che si relaziona con altri teatri, con un'apertura verso altri territori (anche esteri).
E poi un teatro che fa education, ovvero attività con le scuole e per le scuole.
Ricapitolando, il teatro fa bene alle persone, fa bene alla città e fa bene al suo territorio.
Ma per passare a un'altra domanda, chi lo sostiene? Come ben si sa (qualcuno di importante ha anche detto che con la cultura non si mangia…) l'economia del teatro non si regge con il solo incasso da biglietteria. Anzi.
Quindi, come qualsiasi altro teatro, anche il Sociale fa quadrare il suo bilancio con le sovvenzioni del Ministero e degli altri enti (Regione, Provincia e Comune) e, in seconda battuta, con il contributo di qualche sponsor (Cariparma) e soprattutto con la sinergia e il contributo della Società dei Palchettisti (dei veri mecenati della cultura).
Nel caso specifico del nostro teatro, ulteriore parte dell'economia di gestione si fonda sulla "vendita" dei progetti (produzione di opere) "confezionati" a Como e portati in tournée.
Siamo così un caso anomalo. Un teatro sostenuto sia dagli enti che dalla comunità (pubblico), ma anche dalla vendita di progetti, quindi da attività commerciale.
Ma se, come avviene oggi, si parla di tagli ingenti da parte del Ministero (e di ricaduta a pioggia su tutti gli altri enti territoriali) chi sosterrà il Teatro?
Ma alla domanda "quali risorse per un teatro" dovremmo aprire davvero un lungo capitolo a parte.
Passiamo dunque a quanti e quali teatri per Como. Diverse città hanno più di un teatro attivo. Anche Como, oltre agli spazi del Don Guanella del Teatro Incentro, del Teatro Nuovo di Rebbio, ha o aveva spazi splendidi, luoghi pieni di storia. Dal Centrale ormai destinato ad abitazione, al piccolo teatrino di Villa Olmo e al tanto chiacchierato Politeama.
Certo è che vedere l'edificio del Politeama così in stato di abbandono davvero fa piangere il cuore. Ma con quali risorse restaurare uno spazio così imponente, e soprattutto con quali risorse poi gestirlo e riempirlo di attività? E ci sarebbe abbastanza pubblico per riempire la sala?
Ci vorrebbe un bel progetto di gestione, di coordinazione e di integrazione delle proposte culturali del territorio.
E poi la stagione estiva. Le tante attività per attrarre il turismo culturale, il festival Como città della musica… ma forse non abbiamo più spazio per parlarne.
Importante è continuare a credere, lottare e sognare. Perché una sola battuta teatrale, un solo movimento del corpo o una nota musicale possono "salvarti la vita" o fartela vivere meglio.

Barbara Minghetti

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