Gli alpini comaschi
sulle tracce di Yara

Hanno fiutato un paio di fuseaux, trovato una felpa, riportato un lettore musicale. I volontari dell'unità cinofila del gruppo Alpini di Como hanno riportato queste cose agli investigatori che stanno cercando Yara Gambirasio. Ma purtroppo nulla era della ragazza che manca da casa da fine novembre

COMO Hanno fiutato un paio di fuseaux, trovato una felpa, riportato un lettore musicale. I volontari dell'unità cinofila del gruppo Alpini di Como hanno riportato queste cose agli investigatori che stanno cercando Yara Gambirasio. Ma, putroppo, nessuna di queste cose apparteneva alla ragazzina di 13 anni che manca da casa dal 26 novembre. Ci sono anche loro, dodici alpini volontari con i loro dodici cani. Witch, Jordan, Onda, Moto Moto, Sem, Yoda Duche, Alinghi e Fiaba e gli altri si sono alternati per cinque giorni nei boschi tra Brembate di sopra e Mapello. «Più cani ci sono più zone si possono setacciare - spiega Guido Lironi responsabile del gruppo X-plorer rescue dog -. A noi arriva l'sms della protezione civile. Il primo è arrivato il 27 novembre per essere presenti il giorno dopo, domenica. Io giro l'sms ai colleghi per vedere chi è disponibile anche perché siamo tutti volontari e non sempre sono tutti liberi. Poi ci sono i cani, magari non tutti stanno bene. Comunque alla prima uscita eravamo sette unità cinofile. Un uomo, un cane». Quando gli alpini comaschi arrivano l'area da battere viene distribuita. Ci sono anche otto unità cinofile dei carabinieri. Gli alpini hanno lavorato il 29, il 30 novembre e l'1 dicembre. Poi venerdì 3 dicembre.
«In questi altri giorni siamo sempre stati presenti con 4-5 unità cinofile richieste che vengono fatte dal responsabile dal cooordinatore dell'intervento era il sindaco di Brembate che coordinava tutto - dice ancora Lironi -. Dopodiché il nostro intervento non è stato più richiesto fino a lunedì. Lunedì è stato il nostro ultimo giorno». Dopo i primi ritrovamenti più niente. Gli alpini, con i loro cani, hanno battuto un corridoio. «Ci disponiamo a circa 100 metri di distanza uno dall'altro poi proseguiamo in verticale - spiega Lironi -. La ricerca, poco distante dalla ditta dove cercano sempre gli investigatori e il centro commerciale, ha portato al ritrovamento di alcune cose che però non erano di Yara. Icani lavorano così. Loro fiutano poi quando sentono odori umani abbaiono, non facciamo annusare gli indumenti della ragazza». Prima di entrare in azione per il caso bergamasco i cani sono stati all'opera in Svizzera, Val Maggia, per uno studente disperso poi ritrovato e in Valle Maggia, e a Paderno per una persona che però si era buttata nel fiume. Infatti l'unità cinofila dell'Ana collabora con il Soccorso ticinese. Per ora non ci sono altre chiamate in vista ma l'Sms può arrivare un momento all'altro.
Anna Savini

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