Il Comune di Como
non ha i soldi per i bimbi

Record di affidi: più di 500. I contributi a comunità e famiglie che li accolgono sfiorano i due milioni. Magatti: «Sistema che non regge più»

COMO Più di 2 milioni di euro per il sostegno ai minori: il Comune stringe la cinghia. Como deve fronteggiare il delicato problema che in città coinvolge il disagio di oltre 200 bambini e ragazzi. L'assessore competente Bruno Magatti è preoccupato: «Abbiamo stanziato dei fondi che potrebbero non esserci più. Anzi l'unica certezza che abbiamo è che le risorse per il sociale si ridurranno nel tempo».
La sofferenza delle famiglie, l'instabilità dei nostri giorni, si riflette sui minori con numeri in crescita. Sia per la spesa che per chi soffre. Un milione e 780mila euro è il fondo annuo per i minori già a bilancio, a cui si sommano altre voci come 120mila euro per l'assistenza domiciliare. O come il sostegno psicologico, lo sportello insomma, che costa 95mila euro.
«I numeri della fragilità sono fatti di nomi e cognomi», ricorda Magatti, ma fare di conto spaventa. Al 30 giugno c'erano 60 ragazzi nelle tre comunità cittadine, più 30 che frequentano queste strutture solo di giorno. Sono 43 gli affidi alle famiglie, una soluzione più conveniente, ma che non sempre si adatta alle singole situazioni. Nello specifico infatti sono soprattutto le nuove famiglie a sostenere economicamente i bambini, in tutti gli altri casi è l'amministrazione comunale che paga soggetti terzi per predisporre i servizi. Ditte, associazioni o cooperative.

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