Elettori del Pdl, monta la rabbia
«Bruni e Caradonna: vergogna»

Chi ha votato questa amministrazione e questo centrodestra, adesso vuole potere dire la sua. Vuole potere criticare chi ha combinato questo pasticcio del muro del lungolago e chi aveva la responsabilità di controllare e impedire una cosa del genere

COMO Chi ha votato questa amministrazione e questo centrodestra, adesso vuole potere dire la sua. Vuole potere criticare chi ha combinato questo pasticcio del muro del lungolago e chi aveva la responsabilità di controllare e impedire una cosa del genere. Nel mirino non solo l’assessore Fulvio Caradonna, sfiduciato martedì scorso dal consiglio comunale, ma anche il sindaco Stefano Bruni che si ostina a tenerlo nella giunta di Palazzo Cernezzi. La Lega Nord, adesso, viene vista come l’alternativa, o meglio, come l’ancora di salvezza.
Gabriella Lanfranconi passeggia sul lungolago più famoso d’Italia. Guarda il muro, come ha già fatto tante volte in questi giorni, e ancora non può credere ai suoi occhi. È arrabbiata, Gabriella Lanfranconi. Arrabbiata con il sindaco: «Il sindaco e l’assessore non possono dire che non sapevano nulla di come si stava realizzando questo muro. Adesso non posso che dirmi delusa. Questo scempio fa il paio con la Ticosa, di cui non è stato fatto nulla. Sono state solo promesse fatte in campagna elettorale. E io ci avevo creduto. Almeno adesso che Caradonna è stato sfiduciato il sindaco dovrebbe rimuoverlo, altrimenti alimenta dei dubbi e ingenera delle domande nei cittadini che lo vedono ostinarsi a tenerlo in giunta. Ad ogni modo, la prossima volta me ne guarderò bene dal votare il Pdl. Certo, non voterò a sinistra, ma sicuramente terrò in debita considerazione la Lega che almeno mi sembra composta da gente più coerente».
Ma anche il Carroccio ha le sue colpe, stando a quanto pensa Sergio Fumagalli, leghista da sempre: «La Lega in questa situazione, davanti a questo muro, dovrebbe essere più decisa. Come può sopportare che venga mantenuto in giunta un assessore sfiduciato, contro il volere del consiglio? La Lega deve o dimettersi per coerenza, o imporsi. Ma, se non fa nulla, diventa corresponsabile».
Grazia Neri, invece, alle ultime elezioni aveva dato il suo voto all’ex Forza Italia. Ora si dice pentita: «Non è un problema di partito, ma di persone. Bruni non lo rivoterei. Auspico, comunque, nuove elezioni. Ovviamente con un candidato diverso. Si è comportato male secondo me. Non è normale tenere un assessore in giunta contro il volere di una città e dello stesso consiglio comunale».
Per Edoardo Caputo si sta assistendo ad una inutile manfrina. Dimissioni, revoche, sfiducie. «Tutte cose di cui non si dovrebbe neanche discutere - commenta - perché sindaco e assessore avrebbero dovuto già dimettersi spontaneamente da un pezzo. Questo - afferma guardando il muro - è roba da terzo mondo. Rivoterei il centrodestra, senz’altro, ma non Bruni».
Stesso pensiero per Annamaria Piatti: «E’ uno schifo. Dovrebbero dimettersi, perché hanno sbagliato. Non può essere che nessuno paghi politicamente. Di sicuro non voterei a sinistra, ma la prossima penserò di più alla Lega, anche se penso che pure i leghisti per coerenza dovrebbero dimettersi. Sono per un nuovo consiglio comunale, quanto prima».
Si fa fatica a trovarlo, ma c’è anche chi, pur criticandolo, rivoterebbe Bruni. «Un errore ci può stare - è il pensiero di Marinella Piatti - a tutti può capitare. Non credo che Caradonna debba andarsene, perché le colpe non le ha sicuramente solo lui». «Già - replica Annamaria, compagna di passeggiata di Marinella - ma i capi con le responsabilità erano lui e il sindaco».
Dario Alemanno

© RIPRODUZIONE RISERVATA