Anche Topo Gigio
tifa per il Como

Da cinque anni Leo Valli, voce ufficiale del pupazzo, fa lo speaker del Como, allo Stadio Sinigaglia

Da cinque anni fa lo speaker del Como, allo Stadio Sinigaglia. E non tutti possono permettersi uno speaker così: un attore, un comico, un imitatore. E da 12 anni, soprattutto, è la voce ufficiale di Topo Gigio. Lui è Leo Valli, comasco di 61 anni, e per i tifosi del Como non servono presentazioni. Perché sarà anche un noto personaggio dello spettacolo (scoperto la Raffaella Carrà, ha lavorato per decine e decine di trasmissioni: da Casa Vianello a Paperissima, da Scherzi a parte allo Zecchino d’Oro, e oggi collabora con la casa di produzione di Mauro Crozza, la MC2), ma nell’ambiente è da sempre conosciuto come un grande sostenitore degli azzurri.

Inizio

Uno di quelli che andavano in Curva e che d’estate magari passavano almeno una giornata al ritiro estivo della squadra come gita obbligata. «Come ho iniziato? Negli Anni Settanta il Como veniva in ritiro dalle mie parti, a Inverigo: io correvo a vedere gli allenamenti, portavo le borracce a Correnti e Fontolan. Non mi sono più staccato». Tanti anni allo stadio: «I miei anni preferiti sono quelli dei cinque campionati in Serie A. Como-Juventus sulla neve e Como-Sampdoria di Coppa le mie due partite del cuore. Ma non ho mai mollato, nemmeno ai tempi della D. E quando nelle interviste mi chiedevano per quale squadra facessi il tifo, sai che sorpresa quando al posto di Inter, Juve o Milan, dicevo Como...».

Professionalmente aveva incrociato gli azzurri in poche occasioni. Ad esempio aveva presentato una grande festa all’Albert per un grande compleanno del Centro Coordinamento e poco altro. Poi, cinque anni fa, la chiamata: «Mi telefonò l’allora dg Diego Foresti. Voleva un nuovo speaker, e un amico come Ale Giummo dei Pesi gli aveva fatto il mio nome. All’inizio volevo dire di no, perché temevo che per via del lavoro avrei dovuto saltare tante partite. Invece poi è andata bene. Da 5 anni sono lì, e mi piace dare un tocco particolare». Tipo? «Ho scelto alcune musiche, tipo quella di Bon Jovi all’ingresso in campo e dopo ogni gol. E mi sono inventato il sottofondo delle formazioni con gli ACDC, ma mixando il coro “Como” cantato dalla curva al posto del ritornello. La musica per il riscaldamento invece no, quella è una scelta precisa della società». E poi c’è quell’urlo iniziale: «Benvenuti allo stadio più bello del mondo!». «Sì, mi hanno anche preso in giro, ma per me è così, per un fatto affettivo e per la sua collocazione». Un desiderio? «Che i ragazzi della curva entrassero un po’ prima per partecipare ai boati delle formazioni. Ormai negli stadi va di moda entrare tardi, non come ai miei tempi quando si entrava un’ora prima. Sarebbe bello, perché poi durante la partita quando urlo il nome di chi segna il gol, rispondono tutti bene».

Con Topo Gigio ha fatto anche un filmatino in occasione di una consegna di regali per i bambini all’ospedale, assieme a Pesi Massimi. «Sì, abbiamo consegnato dei regali, come fa sempre quel club dei tifosi sotto Natale, e anche l’azienda che detiene i diritti di Topo Gigio ha partecipato prontamente. E io ho commentato tutto sul web con la voce del pupazzo. Che passeranno anche gli anni, i bambini saranno anche diversi, eppure vi assicuro che non passa mai di moda».

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