Facchinetti ricorda Negrini
Con le sue ultime parole

Le ultime parole di Valerio Negrini nel nuovo disco di Roby Facchinetti: a un anno dalla scomparsa dell’autore e musicista l’album “Ma che vita la mia” contiene i brani nati dalla collaborazione con il tastierista dei Pooh.

È una storia lunga più di quarant’anni, che si è svolta in parte nel Comasco, tra Carimate, dove Negrini ha abitato per tanti anni e dove aveva sede uno dei più importanti studi di registrazione italiani, e Mariano Comense, dove ancora vive il figlio di Roby, Francesco Facchinetti.

Ed è una storia fatta di grandissimi successi targati Pooh, ma va detto che all’origine del gruppo non c’era nessuno dei componenti della formazione storica, ma il solo Negrini, che sedeva alla batteria e che aveva fondato il gruppo a Bologna con Mauro Bertoli, Mario Goretti e Bruno Barraco.

Persi nel tempo

Nomi che si sono persi nel tempo, con tanti avvicendamenti iniziali che hanno portato all’ingresso prima di Facchinetti, poi di Dodi Battaglia e Riccardo Fogli e poi, all’uscita di quest’ultimo, di Red Canzian. Negrini, invece, si ritagliò una posizione particolarissima, scegliendo di abbandonare la band come musicista, cedendo le bacchette a Stefano D’Orazio, ma restando dietro alle quinte come paroliere.

La partnership con Roby è stata, immediatamente, felicissima, azzeccando hit come “Piccola Katy”, “Tanta voglia di lei” e “Pensiero” e nessuno avrebbe pensato che qualcuno avrebbe lasciato i Pooh sul più bello.

Eppure è andata così, con l’ex batterista che si è spartito per tanti anni l’onere dei testi del gruppo alternandosi, in gran parte della produzione, proprio con il suo sostituto D’Orazio, ma rinunciando alle incisioni e ai tour.

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