Frates: «Un mercato totale per non sbagliare più»

Intervista «Dobbiamo farla passare assolutamente: un minuto dopo la sirena, per me era già cominciata un’altra stagione»

Si volta pagina e, trattandosi di sport, non c’è tempo per sedersi sugli allori. Allori che, peraltro, non ci sono. E allora, l’unica cosa da fare è ripartire, rimboccandosi le maniche sperando di cancellare gli errori del passato.

Fabrizio Frates, alla sua terza stagione a Cantù – la seconda come direttore sportivo – fa il punto della situazione dopo la grande delusione dopo l’eliminazione in semifinale playoff.

Frates, le è passata?

Dobbiamo farla passare assolutamente: un minuto dopo la sirena, per me era già cominciata un’altra stagione e ho cominciato a pensare al futuro. Personalmente, però, è stata una grandissima delusione che non è sbollita.

Si riparte da Sacchetti. Come siete arrivati alla decisione?

È stato preso per un progetto biennale e questo già basterebbe. In secondo luogo, il coach ha manifestato grandi propositi di rivincita e rivalsa: questo è stato molto apprezzato, quindi penso sia giusto proseguire con lui e dargli un’altra chance.

E sul roster cosa si può dire?

Io sono molto realista e la realtà dice che abbiamo due giocatori sotto contratto: Stefanelli e Baldi Rossi. Il resto è tutto da fare. Sacchetti ha espresso una linea che ora cercheremo di rispettare.

Con che prospettive?

Partendo dal fatto che sarà un mercato difficile, ma cercheremo di rispettare il più possibile le indicazioni tecniche e quelle economiche imposte dal budget. Siamo già lavoro in questa direzione: dopo Casale era giusto fermarsi un attimo e ragionare a mente fredda, senza essere condizionati dalle emozioni del momento. Ora si riparte.

Oltre ai due sotto contratto sono previste altre conferme?

Prima si devono liberare i posti: con Da Ros siamo usciti dal contratto, non rivedremo più nemmeno Rogic e Hunt. Non escludo che ci possano essere altri giocatori che resteranno.

Anche Nikolic che, a sensazione, potrebbe avere molte offerte?

Con lui le cose sono molto chiare: ha sul tavolo un’offerta della società da marzo, stiamo parlando fin da allora. Lui in prima battuta ci ha fatto sapere che vorrebbe continuare a Cantù e mi sembra già un bel punto di partenza. Sappiamo anche che è stata un’ottima annata per lui e che altre offerte potrebbe arrivare. Ora è libero, ma speriamo vivamente di poterlo avere ancora con noi.

Quali sono le difficoltà di un mercato particolare come quello dalle A2?

È un mercato, per ora, molto statico. Prima si muovono le grandi squadre, noi dobbiamo solo avere tantissima pazienza. Fosse per noi, chiuderemmo la squadra domani mattina… Certamente la priorità sarà il gruppo degli italiani, quelli di valore sono davvero pochi. Poi arriveranno gli stranieri, ma è un mercato più vasto. Con un’avvertenza…

Ossia?

Che quest’anno ci sarà da fare di più. L’anno scorso siamo ripartiti da quattro conferme e dal prolungamento di Stefanelli. Un’ossatura che aveva un senso, essendo una squadra arrivata in gara 5 della finale playoff.

Si proverà a fare una squadra più a immagine e somiglianza di Sacchetti?

Come giocano le squadre di Meo lo sappiamo e anche noi abbiamo giocato fino a un punto della stagione seguendo certe indicazioni. A mio giudizio, lo spartiacque della stagione è stata la Coppa Italia, fino a quel momento avevamo un’idea, giocando ad alti ritmi. Dovremo far tesoro degli errori commessi negli ultimi anni, visto che abbiamo fallito tutti gli obiettivi. Cercheremo di accontentarlo per allenare un gruppo che sia totalmente di suo gradimento.

Lo staff, con il solo Cagnardi, passa da due a uno. C’è un motivo?

Sacchetti ha voluto rinfrescare e cambiare alcune dinamiche. In realtà, saranno due anche quest’anno i vice: c’è Cagnardi, ma quando Tommaso Sacchetti conseguirà il patentino, sarà il nostro secondo assistente. In quanto a Oldoini e Ducarello, dico che hanno svolto un lavoro un lavoro di primissima qualità. Sono felice per Max, che ha trovato un’ottima collocazione a Sassari e spero che arrivino buone notizie anche per Ugo.

Che ci racconta di Cagnardi?

Era nello staff quando ero capo a Reggio Emilia, non è stato il mio assistente vero, ma era con noi tutti i giorni in palestra. Quest’anno ad Agrigento ha dimostrato di essere un capoallenatore di ottimo livello. Anche Meo gli ha riconosciuto grandi meriti, si sono conosciuti personalmente e hanno trovato subito un’intesa. Ad Agrigento l’avrebbero confermato, ma ha mostrato grande entusiasmo nell’accettare di tornare a fare il vice.

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