Non è meglio lasciar fare al mercato?

Perché bloccare le tariffe, se le bollette sono destinate a scendere?

Cara Provincia,
in questi giorni non si fa altro che parlare, secondo me a vanvera, della necessità di bloccare le tariffe delle varie bollette gas, elettriche e al 4% il massimo interesse sui mutui a tasso variabile (attenti, più le spese della banca, il famoso spread) e quant'altro. In questo momento di particolare congiuntura, non sarebbe meglio lasciare fare al mercato? Faccio un esempio pratico: c’è un’importante società energetica a livello nazionale che da più di un anno continua a tartassarci di telefonate, consigliandoci di diventare suoi clienti, con la promessa di mantenere le tariffe fisse per due anni.
Quelle persone o società che hanno accettato quest’offerta un anno fa, ora stanno pagando bollette ben più care di quelle che paghiamo noi, che non abbiamo accettato le loro allettanti offerte. Questo è quello che sta succedendo anche per i mutui a tasso variabile.
Forse mi sbaglio, ma se l’economia reale va di questo passo, per la gente comune, che beninteso riesca a mantenere il posto di lavoro, forse è una delle poche cose positive, in sintesi il riassorbimento della grande truffa che c’è stata nei nostri confronti (sto parlando delle persone a reddito fisso) col passaggio dalla Lira all’Euro: i commercianti, con il consenso dei nostri governanti, hanno ben pensato di scambiare le mille lire con un euro (ricordo a chi avesse la memoria corta che il caffè al bar il 31 dicembre 2001 costava Lire 850).

Ferruccio Vener

Mercato è una parola che riempie la bocca di tanti pseudo-esperti. C’è chi sostiene che sarebbe stato meglio abbandonare al mercato anche l’Alitalia: forse oggi non avremmo sulle spalle un debito che si trascinava da un decennio. Forse la nostra compagnia di bandiera andava lasciata fallire quand’era il suo tempo. Forse oggi piloti, hostess e steward avrebbero tutti un altro lavoro. Forse... la verità, caro Vener, è che nessuno ha la più pallida idea di come fronteggiare gli eventi che incombono. E’ anche vero che proprio coloro che inneggiavano al mercato e alle sue infinite capacità di autoregolamentazione, sono stati i primi ad invocare l’aiuto dello Stato quando s’è trattato di scongiurare il fallimento delle banche americane (e non solo quelle). Col risultato che sono stati salvati e protetti proprio coloro che hanno combinato il disastro e che bollavano il protezionismo come il male assoluto. In ogni caso, se davvero il mercato ha dentro di sé una naturale tendenza all’armonizzazione, direi che, per la gente comune, questo è il momento di approfittarne.

Pier Angelo Marengo

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