Pioggia, nevicate e voragini
Diteci voi se vi sembrano strade

Dall’Oltrecolle a Lazzago: in queste buche si rischiano ruote e ossa del collo

L’assessore ai Lavori pubblici, Fulvio Caradonna, si difende sostenendo che non c’è proprio nulla da fare, che nei mesi invernali non si asfalta e che occorre quindi rassegnarsi ad aspettare la prossima primavera. Sarà. Intanto, però, in via Oltrecolle, si rischiano ossa del collo e treni di gomme sacrificati a un fondo stradale davvero malconcio lungo il quale occorre davvero fare attenzione, molta attenzione: «Non possiamo farci nulla», taglia corto Caradonna ma la situazione è davvero drammatica. La strada è costellata di cartelli posizionati più o meno alla rinfusa che avvertono del rischio di slittamento e della presenza di fondo sconnesso, caldeggiando anche una andatura di volta in volta non superiore ai trenta orari. La colpa, si ricorderà, è in larga misura da ascriversi all’autista di quel camion che, perdendo il controllo del suo mezzo oltre un mese fa, finì anche per perdere robuste quantità di gasolio. Riversandosi sulla strada, il liquido finì per compromettere irrimediabilmente l’asfalto che, nonostante tutti i tentativi messi in campo dai vigili del fuoco, fu "rottamato". La strada venne completamente "fresata", e così è rimasta fino a oggi. «Pagherà l’assicurazione del camionista», conferma l’assessore, ma la questione non cambia.
I maggiori rischi li corrono gli automobilisti che percorrono via Oltrecolle in direzione di Lora e di Lipomo. All’esterno della seconda curva sulla destra dopo l’incrocio con la Madruzza, il fondo stradale è davvero ridotto malissimo. Al lavoro degli operai che ne fresarono l’asfalto, si è aggiunta l’opera dell’acqua:difficile superare i trenta chilometri orari, se non assumendosi rischi enormi. La pessima qualità del fondo è anche la ragione di robusti rallentamenti, di incolonnamenti determinati dall’obbligo di rallentare la marcia, anche in salita.
La situazione asfalti è pessima anche in altre zone della città. Una su tutte: la piana di Lazzago, con le sue vaste rotatorie all’imbocco dell’autostrada. Lì i pesanti autoarticolati sbriciolano la sede stradale con la facilità di un coltello nel burro. Le buche, oltre che profonde, sono assai ampie e scansarle è impossibile.

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