Un’acqua benedetta: «La Como Nuoto vince dappertutto»

Intervista Il presidente Bulgheroni – secondo mandato, sesto anno in sella - non esita a definire la stagione «straordinaria a 360 gradi. E non è finita…»

Tre medaglie d’oro dagli Italiani giovanili di nuoto, nella pallanuoto la salvezza diretta in A1 delle Rane Rosa e la squadra maschile in corsa per i playoff di A2. Non è questo il tempo dell’amarezza, della delusione e delle lamentele alla Como Nuoto. Perché è una stagione, che il presidente Mario Bulgheroni – secondo mandato, sesto anno in sella - non esita a definire «straordinaria a 360 gradi. E non è ancora finita…».

Presidente, partiamo dal fondo, dalle tre medaglie d’oro conquistate ai Criteria – gli Italiani giovanili - di Riccione da Christian Bacico?

Il nuoto ci ha dato gioie che mancavano da anni. Conquistare tre ori con un solo atleta dà la forza per superare quelle asperità che Como Nuoto vive giorno dopo giorno. Il lavoro dei tecnici e degli atleti, però, ci ripaga in pieno.

Bacico è un atleta di Pavia che gareggia con voi. Siete pronti anche ad accogliere e formare giovani talenti da tutta Italia?

Nel suo caso e in quello di Reidi Resuli c’è un accordo particolare con la E-Campus di Novedrate per questa stagione. Loro studiano lì e si allenano a Lentate da noi. Si sono talmente integrati che vogliono rimanere in Como Nuoto: Bacico in particolare ha riconosciuto il valore della guida tecnica che gli abbiamo offerto. Però chiariamo: per filosofia non “rubiamo” atleti ad altri, né tratteniamo chi vuole andare. Lasciamo tutti liberi di fare altre scelte.

Studio e sport di alto livello come si conciliano?

Christian e Reidi saltano due ore di scuola, ma recuperano dopo gli allenamenti. Non sono mai mancati: forse stiamo trasmettendo amore per lo sport. E per la scuola.

Dopo molto tempo, Como Nuoto era agli Italiani con quattro atleti.

Voglio fare i complimenti anche a Manuel Santoianni, un vero miracolo portarlo a Riccione dopo i suoi guai fisici, mentre Asia Coccioli dorsista è stata una scoperta. In loro vedo gioia e voglia di fare e questo ripaga me e tutta la società: sono pepite d’oro pesantissime, che aiutano a superare le difficoltà quotidiane. E alle loro spalle ci sono giovani in crescita, di cui sentiremo parlare. Complimenti infine anche allo Sporting Club di Mozzate: bello vedere una società comasca che vince.

Se non ci fosse la piscina di Lentate?

Sarebbe un bel problema. Per noi entrare in quella struttura è stata un’opportunità per proseguire l’attività e l’abbiamo colta al volo. Del resto, a Como, piscine non ce ne sono. I nostri giovani crescono e i risultati degli agonisti sono un traino anche per la scuola nuoto. Di questo dobbiamo ringraziare tutti i nostri allenatori.

Quanto manca una piscina?

Tanto, ma vorrei restare sulla parte bella della medaglia. Perché senza la parte sportiva, Como Nuoto sarebbe inutile.

In che senso?

Como Nuoto è questo, con i suoi allenatori e i suoi atleti. I nostri soci non fanno parte di un circolo di “élite”, ma sono sostenitori dello sport, nello spirito dei fondatori del club, fin dal 1919. Senza i nostri ragazzi, non avremmo ragione di esistere.

Pallanuoto. Che valore hanno la salvezza in A1 delle Rane Rosa e il campionato di vertice in A2?

Le Rane Rosa sono state eroiche e gli uomini sono in corsa per i playoff: fantastico. Per noi una squadra in A1 e in A2 sono fondamentali, per il settore giovanile. Partecipando a campionati di punta con le prime squadre, anche le giovanili possono competere in campionati più importanti. E noi vogliamo solo la crescita dei nostri giovani, un obiettivo che perseguiamo con sacrifici enormi.

Si parla quasi sempre della punta dell’iceberg, ma dietro cosa c’è?

Nel femminile l’Under 20, la U18 e la U16 faranno le finali nazionali e abbiamo quattro atlete del 2008 al Trofeo delle Regioni. Nella maschile succede più o meno lo stesso con l’Under 20, due Under 18 una Under 16, una Under 14 e una Under 13. Complimenti a tutti i tecnici. Undici squadre che ogni settimana si muovono e portano in giro per l’Italia il nome di Como, oltre agli 80 nuotatori che partecipano ai meeting. Mi sembra un fatto di una portata enorme.

Torniamo al punto dolente: come si fa senza piscina?

Il mio pensiero resta fisso sui ragazzi, per una volta lascerei da parte le polemiche. Il mio anno si ripaga con la musica dell’acqua e dei ragazzi che si allenano. Una musica che penetra nell’anima e dà a tutti la forza di assicurare un futuro ai nostri giovani.

Avrete però delle aspettative dal punto di vista delle strutture, no?

L’obiettivo primario è riavere Muggiò. E sarebbe auspicabile che cambi la testa delle istituzioni, ad altissimo livello: abbiamo superato il Covid, ora fronteggiamo aumenti smisurati dei costi energetici e dell’acqua. Nessuno ci dà una mano. Perché lo Stato ha delegato senza aiutarle le società dilettantistiche? Io dico solo che usiamo l’acqua, che ormai costa più dello champagne, e dobbiamo scaldarla fino a 27 gradi. Chi ci aiuta?

E voi come rispondete?

In viale Geno abbiamo montato un gazebo in inverno sopra la piscina: senza questa spesa, i nostri ragazzi non avrebbero avuto nemmeno una goccia d’acqua per allenarsi. Questo mi fa alterare davvero. Sarebbe stata una sconfitta non per la Como Nuoto, ma per l’intera società. E io una cosa del genere non la permetto, costi quel che costi.

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