Centro estivo, la denuncia
«Escluso mio figlio disabile»

No alla partecipazione dell’educatrice volontaria. Bonduri: «Ma il Comune ha offerto l’assunzione»

«Insensibilità e ottusa e cieca rigidità burocratica». Sono le pesanti parole scelte da un papà di un bambino di 4 anni affetto da disabilità. L’accusa è rivolta al Comune, reo, secondo il genitore, d’aver negato al figlio la possibilità di partecipare a un centro estivo organizzato da palazzo Cernezzi.

«Per la prima volta, dopo il Covid, poteva frequentare insieme all’insegnante di sostegno che l’ha seguito per tutto l’anno scolastico – spiega il padre - creando con lui un rapporto meraviglioso fatto di grande empatia ed entusiasmo, e che si era resa disponibile, gratuitamente e in forma volontaria, di fargli proseguire la felice esperienza di inclusione e di progressi cognitivi sperimentati a scuola».

Secondo la denuncia del genitore, il Comune ha bloccato tutto: «Ha rifiutato di esaudire le richieste della famiglia – continua nella lettera scritta al giornale - che si è dichiarata disponibile ad accollarsi le spese di assicurazione della maestra, sollevando il Comune da qualsiasi onere. La presenza dell’insegnante non avrebbe tolto nulla a tutti gli altri, e avrebbe garantito a lui, rispetto all’esperienza scolastica appena conclusa, continuità educativa e relazionale fondamentale nella sua situazione».

Come sottolinea il padre, l’occasione «sarebbe potuta essere estremamente favorevole, innanzitutto per il bene di un bambino “fragile” e bisognoso, ma anche per il Comune stesso, che avrebbe risparmiato denaro pubblico altrimenti necessario per pagare un’educatrice comunale fornita dalla cooperativa che ha vinto l’appalto per il servizio». Il papà comasco si dice «profondamente amareggiato e indignato per un comportamento che aumenta il solco percepito tra le istituzioni e le persone, in spregio al buonsenso comune, alla buona amministrazione e al benessere dei cittadini, soprattutto i più fragili».

«Come il genitore sa - è la replica di Alessandra Bonduri, assessore alle Politiche educative - il Comune si è mostrato fin da subito disponibile, tanto che, proprio per dare continuità al bambino, gli uffici, tramite la cooperativa, hanno proposto all’educatrice d’essere assunta. Stiamo attendendo la risposta della signora. Noi non possiamo avere volontari e, nell’assistenza ai bambini con disabilità, il rapporto con le educatrici dev’essere di uno a uno».

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