Scritte anarchiche: sequestrati striscioni al sospettato

Indagini All’esterno di una villetta di Erba uno stendardo simile per colore e carattere ai graffiti apparsi in città. Parcheggiato nelle vicinanze anche un furgone che era stato notato notato nei punti colpiti

La conferma dopo l’indiscrezione di ieri. Ci sarebbe un sospettato dopo i blitz avvenuti negli ultimi giorni a Erba e a Longone al Segrino con più scritte – a sfondo anarchico – comparse sui muri. Gli elementi a disposizione sono pochi, tutti dettati da ciò che materialmente è avvenuto ed è stato visto nelle ultime ore, a partire dalla perquisizione da parte dei carabinieri del comando provinciale di Como di una villetta di Longone. Una casa che, consultando sul web Google Maps, già mostra all’esterno del cancello di ingresso uno striscione in tutto e per tutto simile – in quanto a colore, tipo della scritta, caratteri – a quanto comparso sui muri delle case, con la dicitura “casa antifascista” e, stilizzato, un omino appeso a testa in giù. Proprio questa è l’abitazione che è stata perquisita dai militari dell’Arma nella giornata di venerdì, con almeno quattro o cinque “gazzelle” che sono state viste sfrecciare per il paese convergendo sul punto indicato.

Come detto, nulla filtra dai carabinieri e dalla procura di Como – che su questa vicenda ha aperto un fascicolo di indagine – in merito all’esito della perquisizione. Pare tuttavia scontato il sequestro degli striscioni presenti nella casa, per poi essere analizzati e confrontati con le scritte vergate sui muri di Erba e Longone. Ci sarebbe tuttavia un secondo elemento che avrebbe portato alla perquisizione: stiamo parlando di un furgone bianco molto particolare e ricoperto di disegni, visto da più testimoni e indicato come presente nei punti colpiti dal vandalo che ha imbrattato i muri di decine di obiettivi cittadini. Questo furgone sarebbe ricomparso (non si sa utilizzato da chi) proprio nel piazzale della villetta di Longone al Segrino passata al setaccio dai militari dell’Arma. Al momento sono solo questi gli elementi noti, che tuttavia indirizzano l’indagine in un modo ben preciso. Non è però chiaro, e questo passaggio è fondamentale, il ruolo del sospettato, se sia coinvolto direttamente oppure no e se questo sia anche l’unico eventualmente a conoscenza di particolari utili all’inchiesta.

Insomma, molto di questa storia che negli ultimi giorni ha riempito le pagine della cronaca, deve ancora essere compreso. Infine, e non da ultimo, saranno da capire le eventuali ipotesi di reato che dovrebbero comunque partire dal deturpamento di muri e proprietà vergate con le scritte in vernice scura. La vicenda dei blitz vandalici era emersa di nuovo giovedì, quando al risveglio della città di Erba erano state ben 25 le nuove scritte – tutte con vernice nera – comparse nel cuore della notte precedente. La gran parte erano state vergate sulla facciata e sui muri perimetrali della Casa della Gioventù, del cinema Excelsior e degli edifici contigui che si affacciano su via Diaz: scritte che si segnalavano per gravi slogan blasfemi e per le minacce di morte all’onorevole Eugenio Zoffili. Altre erano invece comparse in piazza Padania, sulla facciata della stazione e in particolare sulla porta di ingresso del presidio della polizia locale. Tra le scritte più diffuse “Alfredo (Cospito, ndr) libero”, la sigla “PSM” (un acronimo che sta per “Più sbirri morti”), il tutto corredato dal simbolo dell’anarchia. Il precedente blitz dopo quello di questa settimana risaliva alla notte tra il 2 e il 3 giugno.

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