Il ritiro del vaccino di Astrazeneca: «Nessun pericolo, era tutto previsto»

Salute Tanti i comaschi che in questi giorni si rivolgono per rassicurazioni ai medici di famiglia - Il virologo Pregliasco : «Le reazioni avverse? Note dall’inizio. Il vaccino non è stato aggiornato»

Como

Il ritiro del vaccino anti Covid da parte di AstraZeneca ha sollevato molti timori nei cittadini che hanno ricevuto durante la campagna di massa questo siero. A preoccupare soprattutto i possibili effetti collaterali, diversi pazienti si sono rivolti ai loro medici di famiglia. In realtà tutti gli esperti rassicurano, l’azienda di fatto ha fatto una scelta di tipo economico. Il vaccino è ormai poco usato, non è stato aggiornato agli ultimi ceppi virali in circolazione, non sarebbe un buon investimento.

A Como e provincia hanno ricevuto AstraZeneca meno di 70mila cittadini, di questi circa 25mila under 60.

Sono stati privilegiati vaccini a tecnologia Mrna

«La notizia, da tempo nota, è stata comunicata male – spiega il virologo lombardo Fabrizio Pregliasco – Intanto le possibili e rarissime reazioni avverse erano presenti fin da subito nella scheda tecnica del vaccino, nessun mistero. Si tratta di eventi rarissimi, dunque non c’è assolutamente nulla di cui preoccuparsi. Al contrario occorre ricordare che il vaccino AstraZeneca nelle prime fasi della campagna ha dato un contributo prezioso per allargare in fretta le coperture e salvare dalla pandemia milioni di vite umane. L’attuale ritiro dal commercio ha altre ragioni, non sanitarie. Il vaccino non è stato aggiornato, tutti i Paesi europei hanno scelto i vaccini con la tecnologia ad Mrna, non avrebbe senso economico puntare ancora su questo presidio».

La storia di AstraZeneca per la verità non è stata molto fortunata. Nelle prime fasi della campagna vaccinale le autorità sanitarie avevano deciso di destinare questo vaccino ai più giovani, prima sotto ai 55 anni, poi sotto ai 65. Quindi AstraZeneca è stato usato per mettere al sicuro le categorie più esposte, dalle forze dell’ordine agli insegnanti. Poi si è verificato il triste caso di una giovane deceduta forse per una reazione avversa e quindi il rischio di possibili trombosi, seppur rarissime e comunque dichiarate, aveva portato ad un rapido cambio di strategia. AstraZeneca è quindi stato usato sopra ai 60 anni. In tanti a Como per settimane hanno rifiutato di ricevere questo vaccino, senza poter però accedere agli altri sieri a disposizione. Non è tutto perché per le seconde dosi ad alcune categorie di vaccinati con AstraZeneca è stato somministrato un vaccino diverso, Pfizer o Moderna. Insomma, si sono inanellati diversi pasticci. La ciliegina finale è stato il cambio di nome: il vaccino è diventato Vaxzevria.

In tanti lo hanno rifiutato anche a Como

«Sì obiettivamente la comunicazione e i ripetuti cambi di fronte su AstraZeneca non hanno giovato – dice Pregliasco – prima gli anziani, poi i giovani, poi l’eterologa e il cambio nome. Anche questo ritiro del commercio del prodotto visto dall’esterno suona quasi come una tardiva ammissione di colpa. Mentre invece come detto le ragioni, già pubbliche da tempo, riguardano argomenti del tutto diversi».

Superata l’estate del 2021 nel Comasco AstraZeneca non è più di fatto stato utilizzato. Quanto ad oggi anche con i vaccini ad Mrna la campagna vaccinale non riscuote grande successo, anzi. Partite lo scorso autunno le somministrazioni hanno riguardato circa il 5% dei comaschi, solo la fascia dei settantenni si è avvicinata ad una copertura vicina al 30%.

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