Piscina, ritardi e niente manutenzioni
E resterà chiusa almeno un altro anno

Ieri in commissione gli assessori Galli, Caldara e Gervasoni oltre ai dirigenti - Progetto Nessi & Majocchi: la relazione finanziaria solo dopo Pasqua

La piscina di Muggiò resterà chiusa per almeno un altro anno. Nessuno, ieri pomeriggio, tra assessori e tecnici comunali, si è sbilanciato durante la commissione convocata (a distanza) per far luce sull’impianto chiuso al pubblico dal luglio del 2019, ma il fatto che non siano state date indicazioni temporali e che, per qualsiasi intervento si decida di optare (restauro parziale dell’impianto o rifacimento completo con una seconda vasca aggiuntiva come proposto dai privati), ci vorranno mesi e mesi di interventi, sposta il calendario avanti almeno di un anno.

Sul tavolo due possibili soluzioni per la struttura inaugurata nel 1981 e per la quale, da oltre dodici anni, gli interventi di manutenzione straordinaria sono stati fatti con il contagocce.

La prima strada è quella contenuta in una perizia tecnica commissionata nei mesi scorsi per capire lo stato effettivo in cui si trova la vasca che propone con circa 800mila euro un intervento in grado di far riaprire l’impianto (ma la stima, come pure il progetto, è solo in fase preliminare e prima del cantiere eventuale servirà progettazione definitiva, esecutiva e gara d’appalto). L’alternativa, da oltre mezzo milione, consentirebbe di aprire solo in modalità ridotta e sembra quindi non praticabile, La seconda, invece, è quella di giudicare di “rilevanza pubblica” il progetto di rifacimento completo dell’impianto presentato da Nessi & Majocchi su cui la giunta non si è ancora espressa poiché, come è stato sottolineato ieri, manca ancora la valutazione finanziaria (l’incarico è stato assegnato solo a metà febbraio) e che, come ha chiarito il vicesindaco e assessore al Bilancio Adriano Caldara, «sarà pronta subito dopo Pasqua». Un atto definito «necessario» e che consentirà di prendere una decisione definitiva sul piano di intervento che, se venisse approvato, richiederebbe una gara d’appalto e poi il cantiere (stimato in un anno).

Insomma: ristrutturare, sperando di farcela in un anno (tempistica tutta da verificare, visto i maxi ritardi che hanno interessato solo gli ultimi 24 mesi) o rifare tutto ex novo? E la decisione, dovrebbe arrivare «entro la fine di aprile». Durante la commissione presieduta da Luca Biondi e a cui hanno partecipato gli assessori Marco Galli (Sport), Pierangelo Gervasoni (Lavori pubblici) oltre a Caldara e i rispettivi dirigenti Rossana Tosetti, Giuseppe Ruffo e Raffaele Buononato, ha visto i consiglieri sia di maggioranza (su tutti Mario Gorla, ma anche il collega di FdI Matteo Ferretti e il leghista Giampiero Ajani) che di minoranza (da Vittorio Nessi di Svolta Civica a Gabriele Guarisco del Pd) incalzare sia sui ritardi (in primis della relazione finanziaria) che sulla necessità di restituire l’impianto alla città.

Gervasoni, in carica da luglio, ha detto: «La colpa è di tutti, paghiamo una situazione di mancata manutenzione risale a tanti anni fa e oggi dobbiamo arrivare quanto prima a una decisione. Abbiamo fatto fare una relazione tecnica sullo stato di fatto mentre per valutare il leasing finanziario manca ancora un documento. Io non sono in grado di dare date, ma prometto la massima attenzione per arrivare a breve a una decisione».

Polemiche ci sono state - ed è intervenuto anche il segretario generale - sul fatto che non si «possa entrare nel merito del progetto dei privati poiché è ancora aperto».

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