Vandali no vax in azione al Monumentale: imbrattati i muri di cinta

Questa notte Scritte “no vax” vergate con vernice rossa sono comparse la notte scorsa sulle pareti esterne del cimitero monumentale, in via Regina Teodolinda

Da mesi girano tutta la provincia in cerca di muri di abitazioni privati o di edifici istituzionali da imbrattare con i loro deliri. L’altra notte è toccato al cimitero Monumentale, in via Regina Teodolinda. Armati di vernice spray rossa, i soliti ignoti hanno vergato un paio di frasi dal contenuto inequivocabile: «Vax per depopolare, Ag 2030 (Agenda 2030, ndr) per schiavizzare», «Malori nei bambini? È colpa dei vaccini», e ancora «Vivi perché liberi». Sial ungo le pareti esterne del cimitero che sulle pareti delle due edicole collocate ai lati dell’ingresso principale, i vandali hanno riprodotto la solita doppia “w” cerchiata diventata simbolo, un po’ in tutta Italia, del fronte “no vax” più attivo per quanto riguarda questo genere di esternazioni pittoriche.

Scritte come quelle di ieri sono apparse già non solo in provincia (a Rovellasca, un mese fa) ma un po’ in tutta Italia: Agrigento, Arezzo, Treviso, Brescia e via elencando una infinità di Comuni, istituzioni, sedi di partito o di sindacato. Lo stesso simbolo è comparso spesso online, in calce a pseudo comunicati o annunci da parte di anonimi componenti di quel variegato mondo che raccoglie “oppositori” provenienti dai contesti più disparati: anarchici, estremisti di destra, complottisti spesso vicini al movimento “QAnon”, quello che teorizza l’esistenza di una trama segreta pilotata da cabale occulte, poteri forti e gruppi di pedofili, e che ha come suo punto di riferimento l’ex presidente Usa Donald Trump.

Simboli e contenuti a parte, rimane il danno, cui andrà posto rimedio nei prossimi giorni. Con un po’ di olio di gomito le pietre antiche del cimitero dovrebbero tornare pulite. L’intervento spetterà al Comune.

Per quanto riguarda le indagini, è probabile che si tenterà di visionare le registrazioni di qualcuna delle telecamere dislocate nelle vicinanze del cimitero, magari lungo viale Innocenzo. Le speranze sono poche, ma chissà che qualche spunto investigativo non emerga dal modello di un’auto o dal numero di una targa. Risalire agli autori sarebbe utile, non solo per costringerli a pulire ma anche per approfondire le dimensioni del fenomeno “no vax”, quantomeno sul territorio della nostra provincia.

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