Il gioco d’azzardo? Ma quale vizio: è una malattia

Società Quarantamila i giocatori a rischio moderato, mentre sono 15mila quelli considerati “problematici”

Il disturbo da gioco d’azzardo non è un vizio ma una malattia. Ancora oggi purtroppo molte persone sottovalutano le conseguenze di questa assenza di controllo che porta le persone con ludopatia a impegnare sempre più somme di denaro nel gioco. Fondamentale una presa in carico precoce. Nel Comasco si stimano 40mila giocatori a rischio moderato e 15mila giocatori problematici di cui 5mila a rischio severo. Como, inoltre, è ai primi posti per spesa e soldi giocati pro-capite.

«Il gioco d’azzardo – spiega Teresa Parillo, responsabile dei Sert di Asst Lariana - si presenta come un fenomeno di dimensioni rilevanti e in continua e forte espansione che ha assunto negli ultimi anni anche in provincia di Como implicazioni di carattere economico, sanitario e sociale importanti. L’Italia è ai primi posti nel mondo e la Lombardia in Italia è la regione particolarmente colpita».

Il 30% degli italiani ha giocato almeno una volta d’azzardo negli ultimi 12 mesi. Di questi: 72,3% sono giocatori sociali, 19,4% sono giocatori a rischio basso o moderato, 8,3% sono giocatori problematici. Il 36,9% degli studenti tra i 15 e 19 anni ha giocato d’azzardo almeno una volta nell’anno, i maschi il doppio delle femmine. Di questi 13,5% sono giocatori a rischio e 7,1% sono giocatori problematici. «Sappiamo che 700mila minori tra i 14 e i 17 anni hanno giocato d’azzardo nonostante il divieto fino ai 18 anni – prosegue Parillo – di questi il 10%, quindi 70mila sono giocatori problematici. Si tratta di un fenomeno che ci preoccupa molto». Nella nostra provincia si stima siano 2mila gli studenti giocatori problematici, una situazione che espone al rischio anche per altri comportamenti di dipendenza come alcol e sostanze. «La grande diffusione e la facile accessibilità – dice ancora - causa notevoli rischi per chi eccede nel comportamento da gioco d’azzardo, si può andare incontro ad una grave patologia di dipendenza che necessita di cure specialistiche. I dati, inoltre, non tengono conto del sommerso».

I Sert di Asst Lariana, pur essendo la patologia stata riconosciuta Lea solo nel 2017, hanno iniziato ad occuparsi della presa in cura del giocatore d’azzardo patologico dal 2007 e al 30 giugno del 2023 ha preso in cura 829 pazienti. «Nella Casa circondariale di Como – aggiunge il medico - si è iniziato a prendere in carico la problematica tra i detenuti dal 2014 e al 30 giugno 2023 sono stati 114 i pazienti giocatori assistiti. Il trend annuale dei pazienti in cura ha avuto un andamento in crescita fino al 2019». La presa in carico di questi pazienti prevede un percorso cognitivo comportamentale per guarire dalla malattia. Il percorso di cura vede nei familiari o nei caregiver delle figure importantissime. «Dobbiamo pensare che queste persone – aggiunge – spesso perdono il lavoro e hanno anche problemi nella sfera sociale. Le persone vicine sono molto importanti anche dal punto di vista della gestione del denaro». Tra gli obiettivi dei Sert anche l’impegno a sensibilizzare, ridurre lo stigma e fare emergere il sommerso della domanda di aiuto da parte dei pazienti e dei familiari.

Dal 2020 al 2022 il numero di assistiti si è ridotto (143-107-98) ma nel primo semestre del 2023 si è rilevato un trend in amento (106). «L’assistenza e gli interventi sono migliorati implementando gli interventi di gruppo, le figure professionali competenti e la formazione, attuando azioni di sensibilizzazione per l’aggancio precoce – conclude Parillo – l’obiettivo ora è quello di potenziare ulteriormente l’organico e gli interventi».

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