Voci del Polesine: presentato in Consiglio regionale il saggio di Alessia Babetto

(Arv) Venezia 10 ott. 2023  -    La tragica alluvione del Polesine del novembre 1951, quando la furia delle acque del Po sconvolse 50 paesi, causando 100 morti e centinaia di migliaia di senza tetto e di sfollati, deve diventare una pagina viva della storia del Veneto e dei veneti, così che nelle scuole tutti la conoscano come merita e si imponga come oggetto di riflessione pubblica anche al di fuori del Polesine. Questo l’obiettivo del provvedimento annunciato oggi dalla consigliera regionale  Laura Cestari  (Lega-Liga veneta) nel presentare in Consiglio regionale la novità editoriale di Alessia Babetto intitolata “Le voci del Polesine. Letteratura, cronaca, memoria dell'alluvione del 1951”. Una pubblicazione di imminente uscita, edizioni Cierre, frutto della tesi di laurea in Filologia moderna discussa dall’autrice nel 2019 all’Università di Padova, e anticipata oggi a Venezia in vista dell’anniversario della rotta degli argini del Po che il 14 novembre di 72 anni fa sconvolse la provincia di Rovigo e il Cavarzerano. Il lavoro della giovane scrittrice e insegnante di Pettorazza Grimani dà vita ad un affresco corale, a più registri, della più grande tragedia che ha investito il Veneto e l’Italia nel secondo dopoguerra e che ha segnato in maniera permanente la storia del Polesine e dei suoi abitanti. “Una tragedia di storia che l’Italia ha dimenticato – ha sottolineato il presidente del Consiglio regionale, Roberto Ciambetti – e che va invece studiata per comprendere meglio il grande fenomeno dell’emigrazione veneta e il rapporto degli esseri umani con il ‘grande fiume’ e, più in generale, con la natura e l’ambiente”.

 

Il libro di Babetto analizza le pagine di grandi scrittori, da Cibotto a Buzzati, da Enzo Biagi a Guareschi, da Giuseppe Sgarbi a Carlo Levi, passando per gli scritti della senatrice Lina Merlin, hanno immortalato il dramma dell’alluvione del 1951 e del successivo esodo forzato, ma punta soprattutto ad intrecciare la memoria letteraria e delle cronache del tempo con le testimonianze degli alluvionati, con i racconti della gente comune.

 

“’Le voci del Polesine’ – ha affermato la consigliera Cestari - restituisce tutta la potenza e l’interiorità della letteratura, capace di fissare la paura e lo sconvolgimento di chi ha perso tutto, di restituire la tragedia della fuga e la concitazione dei soccorsi e di far rivivere il trauma dell’abbandono e la nostalgia del ritorno. Ma dà dignità anche alle cronache del tempo, alle parole in dialetto che danno voce ai sentimenti della gente polesana, allo sconforto delle vittime di quello che divenne, loro malgrado, il primo banco di prova della macchina nazionale dei soccorsi nell’Italia repubblicana”.

“Il libro di Alessia Babetto – prosegue la consigliera polesana - vuole anche presentare il Polesine sotto una nuova luce, valorizzando il territorio e svincolandolo da una visione opprimente e negativa, perché dal passato si possa trarre ispirazione per creare un futuro migliore in cui al centro ci sono sempre loro, i protagonisti della storia, le persone”.

Alla presentazione del libro sono intervenuti la presidente della commissione Cultura Francesca Scatto, i sindaci di Pettorazza Grimani, Gianluca Bernardinello, e di Crespino, Angela Zambelli, il vicesindaco di Adria Federico Simoni. Presenti, inoltre, il sindaco di San Bellino, Aldo D’Achille, gli ingegneri Marco Volpin e Rodolfo Laurenti, rispettivamente direttore e vicedirettore dei Consorzi di bonifica Adige Po e Delta del Po, e il docente Livio Zerbinati dell'Istituto di Studi e ricerche storiche e sociali (Isers).

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