Abbracci e angeli

Osservo, da adulto, le generazioni più giovani e ha volte ho l’impressione di un distacco dei sentimenti. Vedo i ragazzi con lo sguardo fisso allo smartphone e finisco per confondere lo strumento con il suo utilizzatore. Non è che i giovani siano freddi e razionalmente interattivi come i loro telefonini: anche loro cercano i sentimenti, solo che lì cercano lì dentro.

A esempio di questa deduzione si possono citare tante cose. Tra queste, particolarmente curioso è il successo toccato a un’app chiamata Cuddlr, un concentrato di consonanti che si accorda con la parola inglese “cuddle”, coccola.

Cuddlr è infatti un’app per individui “abbracciosi”. Chiunque senta il bisogno di farsi abbracciare può iscriversi a Cuddlr che gli segnalerà chi, nelle vicinanze, ha manifestato analogo desiderio. L’app consentirà poi all’individuo abbraccioso di scegliere un altro individuo abbraccioso e ai due, una volta in contatto tra loro, di darsi appuntamento in modo da sfogare questo umanissimo e caloroso istinto.

Simile, nel meccanismo, a tante app che facilitano i contatti personali - e ce ne sono per persone che cercano molto ma molto più degli abbracci - Cuddlr ha ben tracciato nella sua filosofia, nonché nel “regolamento d’uso”, il confine morale: i suoi utenti si abbracciano e basta, ovvero si scambiano un rinvigorente segno d’affetto e nient’altro. Finita la strizzata, ognuno per la sua strada. O meglio, se due utenti vogliono andare oltre, affari loro: Cuddlr si preoccupa però di dire agli aspiranti “abbracciosi” che non dovrebbero aspettarsi nulla di più di un paio di braccia consolatorie.

Nonostante questo, è ovvio che, promuovendo incontri tra estranei, non manchino, nella pur breve storia della coccolosa app, fraintendimenti e brutte sorprese. Ciò non toglie che l’idea di Cuddlr sembra buona e utile, nel caso vi colga un indifferibile voglia di abbracci. Se invece vi cogliesse una quintalata di mota, meglio sarebbe poter contare su un’app che raggiungesse il più vicino angelo del fango. Ma questa è un’altra storia.

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