Adam Smith e i Bee Gees

L’immortale scena in cui il ragionier Fantozzi, elevandosi sulla sua timidezza e sul suo rango di inferiore, fa a pezzi definitivamente - e ingiustamente, da un punto di vista cinematografico - il film “La corazzata Potëmkin” è oggi un meccanismo verbale che consente a chiunque di massacrare il non massacrabile facendola poi franca sull’onda della simpatia.

Peccato che il dispositivo non sia conosciuto all’estero, perché si adatterebbe bene a descrivere un articolo uscito sull’intellettualissimo e illuminatissimo sito bigthink.com. In esso, un o scrittore e un biologo evoluzionista discutono di una materia importante per tutti noi - l’economia - e giungono alla conclusione che già state anticipando: «Secondo noi, l’economia è una c... pazzesca».

Lo dicono all’americana, si capisce, ma lo dicono. A uscirne distrutta è in particolare la cosiddetta “mano invisibile”. Questa espressione fu usata da Adam Smith (1723-1790) per indicare una sorta di Provvidenza che guiderebbe i comportamenti economici dell’uomo. Secondo questa visione, l’individuo, nel perseguire egoisticamente il suo proprio interesse in regime di libero mercato, finirebbe per giovare anche all’interesse collettivo. Ed è proprio questa l’osservazione che Jag Bhalla e David Sloan Wilson - lo scrittore e il biologo di cui sopra - si impegnano a sotterrare nel cimitero di quelli che loro stessi definiscono «errori monumentali».

Bhalla e Sloan Wilson osservano in particolare che molti economisti di prestigio, nonostante applichino un linguaggio mutuato dalla biologia, ragionino spesso come fisici teorici e dicono di vedere logica dove logica non c’è. Non so dirvi questa loro denuncia sia perfettamente giustificata. So però che qualcosa di vero c’è e posso confermarvi che, anche nel libero mercato, l’individuo spesso non riesce neppure a perseguire il suo egoistico interesse. Su questo non ho dubbi. Altrimenti, nel 1979, non avrei mai comprato “Spirits Having Flown” dei Bee Gees.

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