Al Padrino

Al Padrino

"Repubblica", in un approfondito reportage, rivela che l'attività collaterale preferita dalla criminalità organizzata riguarda il settore della ristorazione. Pizzerie, trattorie, ristoranti: in Cosa Nostra - è il caso di dire - è tutto un magna magna. Le ragioni di questa scelta sono precise. Si tratta di un'attività commerciali che consente il riciclaggio di soldi sporchi e alla quale si connettono ulteriori interessi in cui i boss amano ficcare le mani (in pasta): forniture, trasporti, eccetera.
La notizia, a dire il vero, non giunge del tutto inaspettata: dal "Padrino" fino ai "Soprano" l'immaginario mafioso è spesso legato alla tavola. Nei film di mafia si mangia in continuazione e non di rado con evidenti manchevolezze in fatto di galateo. Comunque sia, si suppone che l'esercizio della violenza ottusa necessiti di un cospicuo apporto di calorie, anche se - ma è solo un orientamento personale - dovendo taglieggiare, minacciare, estorcere, ricattare, uccidere e sciogliere nell'acido io preferirei tenermi leggero.
Boss e picciotti, invece, sono gente di panza, preferibilmente piena. Resta un mistero come, stante le più che prevedibili sonnolenze postprandiali, Cosa Nostra possa essere tanto attiva. Questo è però un problema loro. A noi resta un'inquietudine: se è vero che siamo ciò che mangiamo, in tutti noi che, qualche volta, un ristorantino ce lo concediamo, alberga un mezz'etto buono di Al Capone.

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