Almeno la Rete

Pubblicare qualcosa - qualsiasi cosa - su Internet e ricevere un milione e centomila risposte significa aver lanciato un argomento di un certo interesse. Nessun argomento, a quanto pare, è interessante quanto la libertà, perché il milione e passa di commenti di cui sopra la riguarda molto da vicino.

La Fcc americana (Federal communications commission) ha racconto questa straordinaria messe di opinioni lanciando una sorta di sondaggio-inchiesta sulla “Net neutrality”, la neutralità della Rete, ovvero circa il dibattito sugli eventuali limiti da imporle e i controlli da applicarle.

Un milione e centomila risposte per dire, in sostanza, che da Internet si faccia la cortesia di tener giù le mani: controlli non ne vogliamo, limitazioni neanche e privilegi neppure a parlarne. La questione centrale, infatti, è che, in futuro, Internet potrebbe non essere uguale per tutti: già si parla di “fast lanes”, corsie preferenziali per enti e corporazioni, si temono monopoli nel controllo dei domini e si denuncia il pericolo che, introducendo formule a pagamento “pay-to-play” (paga per giocare) anche l’accesso e l’uso della Rete si volga a vantaggio dei cittadini ad alto reddito.

Un milione eccetera di persone (la comunità “commentante” più folta mai raccolta) vuole non sia così: esige che il web mantenga il suo status di comunità democratica, addirittura anarchica ed estremamente livellata. Guai a chi intende infiltrarvi strutture gerarchiche, regole giuridiche, salette Vip, dogane, posti di blocco e “favorisca un documento”. Meglio rischiare di beccarsi un virus, meglio sopportare lo spam dei venditori di Viagra e, addirittura, meglio tollerare i traffici di chi si nasconde nella “darknet” - la Rete sotterranea dove l’anonimato è tutto - che concedere un millimetro a governi, commissioni, multinazionali e censori vari. Il che la dice lunga sulla fiducia che la gente ha nella civiltà della democrazia, della partecipazione consapevole e del potere “controllato”. A tutto ciò, i più preferiscono perfino le mail di chi promette loro allungamenti del pene.

© RIPRODUZIONE RISERVATA