Altre cartoline

Forse i lettori di alcune edizioni di questa testata non ne sono del tutto consci ma qui in redazione, da qualche giorno a questa parte, stiamo cercando di sollevare il mondo con una cartolina. Ecco, lo sapevo, mi sono lasciato trascinare e ho esagerato: le cartoline, in realtà, sono tre.

Mi scuso con i lettori che già conoscono questa storia e, anzi, se la sono vista raccontare in lungo e in largo. Questo, però, è uno di quei momenti in cui a esagerare non si fa peccato e, a costo di seccare chi già sa, è opportuno insistere per raggiungere chi ancora non sa.

Con tre cartoline concepite dall’artista Pierpaolo Perretta - la prima distribuita ieri, le altre in programma domani e lunedì - speriamo di convincere Matteo Renzi a fare qualcosa per il lungolago di Como, da anni un osceno cantiere abbandonato. Le cartoline, firmate dai lettori, vanno restituite all’edicolante: a portarle a Roma ci penseremo noi.

Molti, nel sentire il nome di Renzi, hanno arricciato il naso: campa cavallo che ci pensa lui! Piaccia o no, l’unico che a questo punto può far qualcosa per il lungolago di cui sopra è il presidente del Consiglio. E in questo momento, chiedete pure in giro, il presidente del Consiglio è proprio il signor Renzi.

La cosa parrebbe riguardare solo i cittadini di Como ma non è così. Se la torre di Pisa fosse in pericolo, diremmo che soltanto i pisani sono intitolati a difenderla? Se uno sciagurato amministratore di Agra, nell’India settentrionale, in preda a deliri non meglio definiti facesse alzare un muraglione davanti al Taj Mahal penseremmo che solo la gente del posto ha diritto a protestare?

No, non lo diremmo perché, a distanza, abbiamo la percezione globale dell’importanza di questi siti. Il lago di Como, così vicino e associato alla gita domenicale, è in realtà altrettanto importante. Bisogna che tutti aiutino a metterlo in salvo: questo giornale, semplicemente, ci tiene a farlo sapere.

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