Avanzata silenziosa

Ieri, per spezzare la logorante attesa del nome della Royal Girl, ho letto un articolo secondo il quale la progressiva diffusione dell'alimentazione naturale sta distruggendo il business dell'alimentazione naturale e, Dio lo voglia, anche la pseudoscienza legata all'alimentazione naturale.

Non è un gioco di parole o una brutta frase. Secondo l'articolo, non c'è dubbio che il “mangiar sano” si stia diffondendo in tutte le fasce della popolazione. Questo accade perfino in America, nazione fondata sulle libertà individuali e sul cheeseburger. Conseguenza di ciò è che il “naturale” non è più una faccenda elitaria, ovvero da carboneria (non certo carbonara) salutista. Il “sano” entra nei principali circuiti commerciali e dunque il negozietto bio, fino a ieri luogo di ritrovo per una piccola setta di mangiatori illuminati, non vede più grandi prospettive d'affari. Questo comporta, in parallelo, anche la fine di certa pseudoscienza, ovvero di quell'infinita serie di teorie che vorrebbero far credere di avere fondamenta razionali, scientifiche appunto, ma che in realtà sono ciarlatanerie benefiche soltanto per la salute (finanziaria) di chi le spaccia. Mano a mano che la diffusione di una tendenza come quella del cibo sano avanza, paradossalmente si contrae lo spazio di manovra di chi ne sfrutta i margini più sfumati, incerti, per fare affari: certi predicatori, per prosperare, hanno bisogno di rivolgersi a una cerchia limitata di fanatici seguaci, il diffondersi delle idee comporta riscontri oggettivi che finiscono per distruggerli.

Tutto questo annuncia che una speranza per la ragione esiste ancora, eccome. Viviamo in un era in cui l'irrazionale, prepotente e rumoroso per natura, tiene il centro della scena, ma esso è sempre più isolato e circoscritto. Non mollerà facilmente, perché tanti di noi, purtroppo, sono ancora disposti a prestargli ascolto (basta vedere quanto successo raccolgono le teorie cospirative più balorde), ma la silenziosa avanzata della ragione non conosce soste. In fondo, vedete, la ragione, dalla sua, ha il fatto, non trascurabile, di avere ragione.

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