Benvenuti a Liberland

Molte persone sono scontente della politica. Molte sono scontente perfino dello Stato, se per Stato si intende quell'apparato che incassa i tributi, fa arrivare i treni in ritardo e non partecipa alle riunioni della Camera. Molte persone sono anche stanche del posto in cui vivono. Magari lo amano, almeno teoricamente, portano nel cuore un panorama, una collina, un lago o una foresta poi però, a contatto con il vicino prepotente e nella ricerca di un lavoro che non si trova, lasciano che il desiderio di cambiare aria monti in loro furiosamente.

Ci vorrebbe, per tutte queste persone, e sono tante, una Nazione nuova. Facile a dirsi: dove si trova oggigiorno lo spazio per una nuova Nazione? Ogni centimetro quadrato è reclamato da un Paese sovrano e su quel centimetro il Paese impone leggi e dove non le impone lui stesso delega Regioni, Province e Comuni a farlo.

Parrebbe proprio così, ma c'è un ma. Il 13 aprile scorso – nel non casuale anniversario della nascita di Thomas Jefferson – una nuova nazione è nata in Europa. Si chiama Libera Repubblica di Liberland e occupa un brandello di terra tra Croazia e Serbia sulla riva occidentale del Danubio, un'area considerata “no man's land”, o “terra nullius”. In questo luogo – boschi e poco altro – tale Vit Jedlicka ha piantato una bandiera, proclamato una Costituzione, steso un codice di leggi e, come si fa fin dai tempi dei Romani, attivato un sito web nel quale è possibile registrarsi per ottenere la cittadinanza. La risposta è stata eccezionale: nella prima settimana, 220.000 registrazioni, 1 milione e 200.000 visite al sito e 100.000 “like” sulla pagina Facebook.

Se l'Europa e la Serbia consentiranno a Liberland di diventare veramente una Nazione, è tutto da vedere. Io scommetterei sul no. Jedlicka però insiste e a chi glielo chiede spiega nel dettaglio i principi sui quali intende basare la “sua” nazione. Il tutto è riassumibile nel motto ufficiale: “Vivi e lascia vivere”. Auguro a Liberland la migliore fortuna possibile ma già tremo al pensiero di quando, e prima o poi accadrà, qualcuno si presenterà al confine recando in dono un emendamento.

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