Creature magiche

Che cosa è la creatività e come incrementarla. Non male come titolo di una conferenza, non fosse per il fatto che lo svolgimento rischia di essere tremendamente confuso. Innanzitutto, bisogna osservare che del termine “creatività” è stato fatto di recente un utilizzo negativo e addirittura diffamante. Si è parlato di finanza creativa per indicare, in sostanza, artifici contabili oltre il limite della legalità. Questo perché la creatività viene percepita come cosa vaga e arbitraria, oltre che capricciosa e intimamente indiscutibile: perfetta, dunque, per far da paravento a manovre losche.

La creatività come la intendiamo qui sarebbe invece faccenda molto più nobile, ovvero il talento – il genio? - di creare qualcosa dal nulla o, meglio ancora, dal quotidiano e dallo scontato: Cézanne che vede e dipinge la frutta come non l’aveva vista e dipinta mai nessuno era certamente creativo.

Per aumentare la creatività, gli artisti, o aspiranti tali, hanno provato di tutto, compresa l’introduzione nel loro corpi di sostanze stravaganti. Ha funzionato sì e no: l’aver abbassato il recinto dell’inibizione può essere stato d’aiuto ma effetti collaterali come la dipendenza hanno presto cancellato ogni progresso.

Un recente studio condotto su alcuni pianisti jazz e sulle loro doti di improvvisazione ha condotto a un risultato forse illuminante: la creatività sarebbe qualcosa che, come una sostanza chimica, si ottiene in certe particolari condizioni mentali. Può essere definita come il prodotto di un sottile equilibrio tra il pensiero “libero” e quello “controllato”: un punto d’incontro tra il raziocinio e il vagabondaggio mentale, tra la logica e i sogni ad occhi aperti. Elementi entrambi indispensabili: in assenza dell’uno o dell’altro la reazione non accade. Questo fa degli artisti, oggettivamente, creature speciali, magiche: dalla fantasia traggono realtà tangibile. E non di rado ce la vendono.

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