Destino condizionale

E’ comprensibile che, distratti da una questione cruciale come l’elezione del presidente della Repubblica e smarriti dalla portata di domande sul perché Renzi e Berlusconi non si incontrano (o, specularmente, sul perché si incontrano), possano sfuggirci notizie che una relazione con la Penisola pure ce l’avrebbero.

Ignaro dello storico momento nazionale, ecco farsi avanti in sottofondo lo Smithsonian, il più importante istituto di istruzione e ricerca finanziato dal governo Usa, il quale, nel suo sito, mette in evidenza i risultati di un lavoro condotto dal nostro Consiglio nazionale per le ricerche. Una squadra di esperti del Cnl è infatti riuscita a leggere, almeno in (piccola) parte le carte di Ercolano.

Per comprendere la portata dell’impresa, bisogna specificare che si tratta di carte - meglio: di rotoli di carta - precedenti all’eruzione del 79 d.C. perché quelle scritte dopo leggerle è facile e potremmo riuscirci anche io e voi. Quelle rimaste carbonizzate sotto i lapilli e dunque passate attraverso i due elementi più distruttori conosciuti in natura - il fuoco e il tempo - hanno dovuto essere “decifrate” tramite tecnologie sofisticatissime al termine di lunghi esperimenti spesso infruttuosi.

Non c’è da stupirsi che lo Smithsonian dedichi tanto spazio a questa notizia: ovunque, tranne che da noi, si ha consapevolezza dell’importanza di un sito come quello che comprende Pompei ed Ercolano. Ciò che duemila anni fa fu una tragedia, oggi è un miracolo archeologico unico al mondo e risulta incomprensibile perché l’Italia non vi investa ingenti risorse economiche e culturali e tolleri invece la presente situazione di semi-abbandono.

Altrettanto unica e irripetibile è l’occasione che l’eruzione ci offre di leggere autentici libri di epoca romana in edizione, diremmo, originale. I ricercatori del Cnl sono per ora riusciti a strappare dai papiri due parole in greco che significano “direbbe” e “cadrebbe”. Verbi al condizionale che sembrano testimoniare i dubbi dei cittadini di Ercolano nei confronti del presente e i timori per un futuro che, noi tutti responsabili, già si prevede rovinoso.

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