Destra e sinistra

Sempre più spesso i politici (specie quelli in cerca di immediato consenso) ci informano che «parlare di destra e sinistra è superato», che non ha più senso orientarsi seguendo questi due poli, i quali sarebbero stati sostituiti da categorie differenti: giusto e sbagliato.

Un’affermazione che contiene un certo grado di verità, sempre che per illustrare destra e sinistra si faccia ancora ricorso a immagini di sfilate in orbace e a parate sotto il garrire delle bandiere rosse. Ma “la destra” e “la sinistra” resistono ancora benissimo alla prova del tempo se le si applica a categorie, oltre che politiche, umane. Le opposte tendenze al conservatorismo e al progressismo si estendono oltre i confini di una razionale scelta politica: esse appartengono al l’ intimo di ognuno e definiscono, dall’interno di un nucleo psicologico fondamentale, il nostro modo di vedere il mondo.

A questo punto è lecito chiedersi che cosa separa un conservatore da un progressista, ovvero cosa, dentro, spinge l’uno e l’altro a scegliere l’opposto ramo del bivio. Alcuni ricercatori sostengono che l’elemento rivelatore sta nel diverso uso della lingua che i due “gruppi umani” fanno. In particolare, i conservatori amano i sostantivi mentre i progressisti prediligono gli aggettivi.

L’uso dei sostantivi - dicono i ricercatori - rivela un desiderio di stabilità e si addice dunque ai conservatori. Essi correranno a inchiodare un individuo alle sue inclinazioni apparenti, facendone così un’entità definita: «È un’ottimista», piuttosto che «è un pessimista». Il progressista aggirerà invece l’ostacolo, attribuendo la qualità dell’ottimismo agli atteggiamenti e alle opinioni della persona, e non alla persona in sé, alla quale lascerà sempre margine per esercitare una certa ambiguità.

Da tutto ciò si può forse dedurre che, per tenerci in piedi come umanità, è necessaria la spinta di entrambi, progressisti e conservatori. Perché il mondo è ambiguo, non c’è dubbio, ma al fine di renderlo abitabile, qualche volta bisogna far finta che non lo sia.

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