Dov’è finita la Corea?

Che gli americani siano scarsi in geografia è un fatto noto, forse perfino troppo: si ha l’impressione, qualche volta, che il concetto scada in luogo comune. Anche perché, a giustificare le nostre ironie, dovremmo essere ben certi di padroneggiarla noi, la materia. E invece molti hanno in testa un mappamondo pieno di lacune: tutto bene, forse, finché limitiamo il raggio d’azione all’Europa centrale. Avvicinandoci all’Asia, incomincia la confusione. Dove si trova con esattezza il Mar Caspio? E tutti quei Paesi che finiscono in “stan” , chi sa metterli nella giusta posizione?

Gli americani però esagerano: a volte pensano di dichiarare guerra a Nazioni che neppure sanno collocare sulla carta geografica. È il caso della Corea del Nord. Un sondaggio condotto dal New York Times lo conferma: a oltre 1.700 persone, tutte in età adulta, è stato chiesto di individuare la Corea su una mappa priva di indicazioni scritte. Solo il 36% ha puntato il dito sulla penisola asiatica: il resto ha dimostrato l’accuratezza di un arciere bendato. Molti hanno indicato la Cina, non pochi l’India, tantissimi l’Indocina e qualcuno perfino l’Australia.

Per fortuna di tutti questi Paesi (e per sfortuna della Corea del Nord) non saranno queste persone a dirigere le - eventuali - operazioni militari.

Il sondaggio rivela però qualcosa in più della generale ignoranza degli statunitensi in fatto di geografia. Infatti, il dato più sorprendente è che quanti sanno individuare la Corea sulla mappa sono anche i più aperti a una soluzione diplomatica. Di conseguenza, quelli che sistemano Pyongyang dalle parti di Sydney o Mumbai vorrebbero procedere immediatamente con i bombardamenti a tappeto. Curioso ma non sorprendente: già molto tempo fa qualcuno diceva che, alla parola “cultura”, la sua mano correva alla pistola.

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