Ecco la differenza

Ora che ci avviamo ad avere una nuova legge elettorale dovremmo forse riuscire a trovare la voglia di votare per qualcuno. In tutta questa procedura parlamentare, mi sembra che deputati e senatori - di maggioranza e di minoranza, nonché di maggioranza nella minoranza e di minoranza nella maggioranza - abbiano trascurato questo particolare: sarà anche buona cosa avere regole nuove per eleggere il Parlamento, ma il problema principale, adesso, è che a una buona fetta di italiani (oltre il 40 per cento alle elezioni ultime europee) viene l’herpes alla sola idea di avvicinarsi a un seggio. Non farà diminuire questa drammatica percentuale di allergici al voto lo spettacolo politico di scena in questi giorni, le estenuanti e un poco viscide manovre per il Quirinale, lo scricchiolio vagamente ricattatorio dei partiti, la sete di sangue (elettorale) del movimento d’opposizione che, tra sparate, sobbollimenti e gaffes, quasi mai riesce a dare un’impressione di costruttività.

Il discorso annuale del presidente Barack Obama sullo stato dell’Unione, visto ieri un po’ dappertutto, dai siti alle tv, ha rimandato un’immagine della politica leggermente diversa rispetto a quella cui siamo abituati.

Chissà, forse questo appuntamento è il gran gala della politica Usa e tutti ci tengono a comportarsi bene. Probabilmente gli Scilipoti e i Razzi d’America vengono chiusi in bagno per qualche ora e ai Michele Gotor, per una serata, viene ritirato il pass. E tuttavia si ha l’impressione che il gioco, da quelle parti, per quanto sarcastico, duro, finanziariamente spietato e in qualche risvolto apertamente ingiusto, sia comunque meno predatorio, più rispettoso almeno delle forme e, comunque, riservato a gente che sa la politica sua.

Certo, poi arriva in tv “House of Cards” e ci offre il ritratto di un politico senza scrupoli, durissimo nella sua determinazione, criminale nei mezzi e amorale nella condotta. Un politico capace di tutto. Ed ecco spuntare la differenza con i nostri: capace, appunto.

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