Esame di guida

In questo primo drammatico scorcio del 2015 abbiamo imparato una cosa: la libertà di espressione è una cosa che, in generale, ci piace ma che in realtà non sappiamo di preciso cosa sia. E' come l'esame per la patente di guida, diviso in una prova di teoria e una di pratica. Il test di teoria di solito lo superiamo in pieno: “Come bisogna comportarsi quando incrociamo sulle strisce un tale che la pensa diversamente da noi? 1) Dissentire rispettosamente lasciando che egli o ella esprima la sua idea, 2) Dichiararsi in disaccordo ma disposti a morire perché egli o ella possa esprimere la sua opinione, 3) Tirarlo sotto con la macchina e fare retromarcia per essere sicuri che chiuda la boccaccia”. Con la matita in mano, tutti scegliamo le risposte 1 e 2. Al volante, capita più spesso di applicare la numero 3.

I morti di Parigi ci hanno riempito d'amore per la libertà di espressione. Un sentimento di bontà e calore ci ha invaso il corpo, colmandoci di virtù e tolleranza un po' come fa il miglior brasato qualora accompagnato da un adeguato barolo. Tutti in piazza, tutti a mettere l'adesione su twitter o facebook. Poi però, quando quell'asino di Dieudonné fa una battutaccia o a Milano organizzano un convegno sulla “famiglia tradizionale”, in nome di altri diritti molto calorici e altrettanto virtuosi – in particolare quelli che si invocano contro il razzismo e a favore dei gay – calpestiamo il principio di cui sopra, che ci aveva appena scaldato le ossa con la sua genuinità al rosso piemontese.

Non voglio fare la morale, per carità. Solo osservare che siamo così: ci piacciono i grandi ideali ma non abbiamo la costanza di applicarli. Siamo esseri decenti, qualche volta, ma volubili. La coerenza costa fatica: impone di essere buoni, tolleranti e pazienti anche quando nessuno vede e può farci i complimenti, anche quando la virtù in voga al momento è un'altra. Insisto: la mia è solo un'osservazione, non il tentativo di imporre correttivi alla nostra natura inaffidabile. Al massimo, è un consiglio di guida. Agli stop fermiamoci sempre e, prima di riprendere la marcia, guardiamo da ogni lato.

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