Fare acqua

Una cortesia: possiamo evitare di discutere sul niente? È ovvio che diecimila euro di multa per una pipì nel vicolo sono un’enormità (anche quando se ne pagano alla fine tremila, approfittando del meccanismo di riduzione concesso a chi concilia subito). Invece, ci tocca leggere su un giornalone la lunga intervista al papà del ragazzo-fontana che, in quelle che sembrano mille righe, mastica e rimastica l’ovvio: «Sì, mio figlio ha sbagliato ma la sanzione è un’assurdità; a chi non è capitato di dover alleggerire la vescica in un angolino? (all’intera popolazione femminile, ndr); noi siamo stati stangati ma tanta gente che si comporta anche peggio viene lasciata in pace; c’è un’evidente sproporzione tra misfatto e punizione».

Tutto scontato, scontatissimo al punto – permettete – da non meritare lo spazio di un’intervista, recinto in cui, teoricamente, qualcuno che ha qualcosa da dire risponde a qualcun altro che ha qualcosa da domandare. A me sembra piuttosto che ci si rifiuti di uscire dal circolo dell’ovvio per evitare di constatare ciò che se guardassimo il mondo con occhi onesti dovremmo riconoscere per vero: diecimila euro sono una reazione sbagliata a un problema vero.

Il problema, sia chiaro, non è il singolo ragazzo-fontana ma un’umanità i cui comportamenti sociali sono in repentino e spaventoso degrado. Sarà l’età che mi trasforma in bacchettone, ma mi capita troppo spesso di ritrovarmi circondato da individui che, a parte la rinuncia al rispetto degli altri, hanno messo del tutto da parte anche quello per se stessi. In treno, il sedile di fronte è chiaramente un poggiapiedi. Parlando al cellulare, sarà giustamente il caso di urlare e, nel comunicare a un amico la decisione di trascorrere il pomeriggio al bar, non si potrà evitare di usare la parola “minchia” almeno dieci volte. Siccome i soggetti che amministrano la società non sono migliori di coloro che la compongono, ecco che la soluzione al problema è stupida e spiacevole quanto un’escavazione pubblica del naso: diecimila euro, così impara. No che non impara: al contrario, diventa una vittima, un martire dell’urologia. E invece è solo l’esempio di una società che fa acqua da tutte le parti.

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