Fateci spazio

Nel percorrere in auto la rotonda vicino a casa, sobbalzate sui sedili come foste in un safari. Una non insignificante frazione della vostra giornata è spesa sulla banchina della stazione, in attesa di un treno regionale in ritardo. D’altra parte, perché arrivare puntuali a casa? Forse per scoprire che Internet non funziona e che il tempo di attesa, per un tecnico che risponda al telefono, è stimato come nel titolo di un famoso film: da qui all’eternità? Tutto ciò che ho appena detto è possibile, anzi probabile, visto che viviamo in Italia. Questo non toglie che, nel giro di qualche anno, il nostro affannato Paese potrebbe dotarsi di un razzodromo.

Lo scrive l’agenzia Ansa: «L’Italia è in prima fila in Europa per “aprire” ai voli del futuro, da quelli suborbitali capaci di collegare Roma e New York in un’ora fino al turismo spaziale. Ad aprire la via è il memorandum di cooperazione firmato a Roma dal presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), Roberto Battiston, e dal vicedirettore generale dell’Ente Nazionale Aviazione Civile (Enac), Benedetto Marasà, con George Nield, direttore associato per il Trasporto spaziale commerciale dell’Agenzia federale degli Stati Uniti per l’Aviazione (Faa)».

In sintesi: da Roma a New York in un’ora. Il che equivale a dire da New York a Roma nello stesso tempo. Poi, mezza giornata per arrivare in centro, slalomando tra le buche del Grande Raccordo Anulare e della periferia romana. Ma forse sbagliamo e lo spaziodromo lo faranno in Lombardia: lottizzato secondo abitudine (check-in al centrodestra, bagagli al centrosinistra e controllo passaporti, per competenza, alla Lega), tangentato quanto basta e con i bagni eternamente chiusi per vandalismo.

Questo perché è difficile lasciare se stessi, perfino salendo a bordo di un razzo. Comunque vada, però,sappiamo che una volta nello spazio proveremo un certo calore nel guardar giù al nostro Paese. Così bello e, come diceva qualcuno, perduto.

© RIPRODUZIONE RISERVATA