Ieri sera in tv

Scusate lo “scoppio ritardato”, ma per tutta una serie di ragioni più o meno serie non sono ancora riuscito a dire la mia sulla “gaffe” di Trump circa l’inesistente attentato terroristico in Svezia. La notizia che il presidente americano «si è inventato un attacco» mi ha lasciato dapprima dubbioso, poi sconcertato e, presto, annoiato: troppe ironie, anche scadenti, troppi facili sberleffi. A riaccendere il mio interesse, il “tweet” con il quale Trump ha cercato di chiarire (?) la faccenda. In sostanza, alludendo a «quanto accaduto ieri sera in Svezia», il presidente intendeva riferirsi a un programma tv trasmesso da Fox appunto la sera prima, programma dedicato alla politica svedese sull’immigrazione, troppo di manica larga - così ha commentato Trump - per non aver creato problemi agli scandinavi.

Questo, a pensarci, è straordinario: il riferimento di Trump, come da lui stesso ammesso, non era a un accadimento reale, ma a un accadimento televisivo: «Avete visto quello che è successo ieri sera in tv?» aveva voluto intendere.

I detrattori, a questo punto, scuoteranno la testa ma, ancora una volta, il presidente ha dato prova di un istinto quasi prodigioso per la parlata - e dunque la mentalità - popolare.

Quante volte, da ragazzi, incontrando gli amici il giorno dopo aver visto un film in tv - ai tempi, la serata della Rai dedicata al cinema era quella del lunedì - si commentava: «Hai visto che cosa è successo ieri sera a John Wayne?» Trump non ha paura di esprimersi su queste corde, anche parlando davanti a milioni di persone: «Avete visto che cosa è successo a Baghdad?» vale, nella sua testa, un «ma che storia ieri sera all’Isola dei Famosi!» Realtà e fiction interferiscono nel suo cervello come spesso interferiscono nel nostro. Nonostante le ironie dei critici, questo modo di parlare finisce per avvicinarlo ai suoi connazionali. L’unico problemino è che egli dispone dei codici nucleari: speriamo non ci bombardi dopo una replica di “La vita in diretta”.

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