Il carro multietnico

Va bene: ancora una sui Mondiali e poi possiamo farla finita, almeno per un po', con il calcio, di cui ci siamo ingötzzati (piaciuta questa?) per un mese. L'ultima analisi la dobbiamo alla ricerca, condotta da uno specializzato gruppo di psicopatici, sull'andamento del tifo nel mondo durante la manifestazione. Lo studio si fa interessante quando rivela le “seconde scelte” del Paesi: una volta eliminata la squadra “di bandiera”, come si sono comportati i tifosi?

Premessa: per condurre lo studio i ricercatori di cui sopra si sono basati sui “post” di Facebook. Un campione limitato, ma diffuso e a suo modo rappresentativo. I dati globali, ovvero rapportati a tutto il mondo, ci dicono che, ai blocchi di partenza, il 31 per cento dei tifosi era per il Brasile, poi veniva un 12 per cento a testa per Messico e Stati Uniti, 6 per cento a testa per Argentina e Portogallo e 5 per cento per l'Italia. La Germania destinata al trionfo non compare che ai quarti di finale, quando si attesta all'8 per cento, dietro Brasile (45), Colombia (24) e Argentina (10). Alle semifinali, l'Argentina sorpassa il Brasile (34 contro 32 per cento) davanti a Germania (26) e Olanda (9). Con il Brasile (e l'Olanda) fuori dai giochi il tifo se lo spartiscono ovviamente Germania e Argentina: 55 per cento per la prima e 45 per la seconda. Vincere alla grande, evidentemente, attira simpatie: perfino ai tedeschi.

E in Italia? Beh, sarà interessante sapere che, alla partenza, solo il 77 per cento degli italiani tifava Italia: un altro 8 per cento era decisamente schierato per il Brasile. Non è il dato “peggiore”: in Nigeria il 24 per cento tifava Brasile, contro un 23 per cento schierato per il team nazionale. Tornando a noi, è interessante vedere come il gradimento per la Germania salga esponenzialmente di turno in turno: 7 per cento agli ottavi, 10 ai quarti e 44 nelle semifinali. Sintomo evidente di un assalto al carro del (probabile) vincitore. Ma consoliamoci: in questa attività non eravamo soli. Quest'anno il carro, affollatissimo, si è rivelato decisamente multietnico.

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