Il figlio del secolo

Nel suo unico romanzo, “La confessione d’un figlio del secolo”, il poeta e drammaturgo francese Alfred de Musset (1810-1857) cerca più volte di metterci in guardia contro le improvvise tempeste del cuore: esse intervengono a mettere sottosopra le nostre vite, che con troppa sicurezza crediamo governate dalla Ragione.

Poiché le confessioni vengono da un “figlio del secolo”, il Diciannovesimo, de Musset scrive come si conviene alla sua stagione.

Leggiamo: “O uomini di marmo, sublimi egoisti, che non avete mai commesso un atto di disperazione, né uno sbaglio di aritmetica, se questo vi accadrà nell’ora della rovina ricordatevi di Abelardo quando perdette Eloisa, perché lui l’amava più di quanto voi amiate i vostri cavalli, i vostri scudi d’oro e le vostre amanti; perché perdendo lei aveva perso più di quanto non perderete mai; più che il vostro patrono Satana non perderebbe se cascasse un’altra volta dal Cielo; perché lui l’amava di uno di quegli amori di cui i giornali non parlano mai, e di cui le vostre donne e le vostre figlie non vedono l’ombra nei nostri teatri e nei libri, perché aveva passato la metà della sua vita a baciarla sulla fronte candida, insegnandole a cantare i salmi di David e i cantici di Saul; perché non aveva che lei sulla terra: e tuttavia Dio lo consolò”.

Non potrebbe dimostrare meglio, de Musset, di essere proprio un figlio del suo secolo e un così lontano antenato del nostro. È sconcertante quanti pochi baci sulla fronte candida ricorrano nella prosa di oggi e come ci si affanni invece a manovrare pesanti paranchi di sarcasmo cercando di far passare per merletti gli scavi delle fogne.

È certo giusto così: ogni secolo ha la sua lingua. La nostra si è fatta asciutta, ai riferimenti ad Abelardo ed Eloisa ha sostituito dei pratici link e, in letteratura, ha efficacemente rimpiazzato il disperato con il sordido. Ci permette così di riconoscerci meglio per quel che siamo. Un giorno riusciremo perfino a testimoniare di essere arrivati all’irreversibile impossibilità intellettuale di produrre un classico.

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