Il lunedì degli sciocchi

La lettura dei giornali, il lunedì mattina, è davvero una curiosa esperienza. A parte qualche robetta di contorno - l’altro ieri è scattato una sorta di finto allarme per vedere se le nostre banche sono pronte a infilarsi l’elmetto e scendere in cortile - la stampa, il lunedì, prima di arrivare alle sezioni devote al calcio, si dedica a registrare le stupidaggini dette la domenica.

Ieri c’era di che affogare nel Mar dell’Idiozia. In molte prime pagine, al taglio basso, risaltava la figura un poco stropicciata di Massimo Ferrero, detto “Viperetta”, presidente della Sampdoria. Riferendo ai cronisti di una conversazione con Moratti ha affermato: «E pensare che gliel’ho detto di cacciar via quel filippino», con riferimento all’attuale presidente dell’Inter, Thohir, peraltro indonesiano. Sono seguite scuse e precisazioni.

Nelle pagine della politica, ecco il comizio di Beppe Grillo a Palermo: «La mafia aveva una morale». Fesseria con schivata inclusa: «Vedrete - ha aggiunto Grillo - che domani i giornali scriveranno che ho inneggiato alla mafia». Mentre, questo sarebbe il messaggio “corretto”, lui voleva parlar male della finanza mettendola in perdente contrasto perfino con Cosa Nostra. Resta il fatto che la mafia ammazza gente, distrugge economie e diffonde paura e ignoranza: ogni altro messaggio ambiguo nei suoi confronti è per sua natura sbagliato e stupido.

Infine, come non citare il bailamme della Leopolda e dintorni. Una resa dei conti interna al Pd attesa e dovuta, ma evidentemente planata su una palude di ripicche innescate da risentimenti personali lungamente depositati.

Così, da un punto di vista prettamente giornalistico, il lunedì diventa un giorno di riflessione e, se il caso, indignazione per stupidaggini pronunciate il giorno prima. Non che a questo segua un ravvedimento, un qualsivoglia progresso culturale. Domenica prossima avremo nuove scempiaggini, nuove provocazioni, nuove gaffe pronte a riempire i taccuini dei cronisti. Perché la stupidità non insegna: informa.

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