Il vento e la manina

“Finalmente sappiamo chi comanda in Cina!”, titolavano ieri, con malcelata soddisfazione, numerosi siti asiatici. La “rivelazione” sarebbe contenuta in un brevissimo video – tre secondi in tutto – che mostra i capi di Stato (e consorti) riuniti per una sessione fotografica al meeting tra le Nazioni di Asia e Pacifico in corso a Pechino. Tutti i leader (e consorti) fanno ciao con la manina, tranne il presidente cinese Xi Jinping. La “ribellione” del politico orientale – che denuncia timidezza piuttosto che disprezzo – finisce però quando la moglie, l'elegante Peng Liyuan, schierata al suo fianco, gli scocca – non c'è altro verbo – un'occhiata in tralice: allora la mano del segretario del Partito comunista cinese (86 milioni di iscritti), saldamente alla guida di un Paese che conta 1,3 miliardi di abitanti, si alza docile e ondeggia davanti ai flash.

Cè poco da prendere in giro il presidente Xi. Queste cose nelle coppie accadono e chi scrive potrebbe arrivare a sostenere che ne ha esperienza personale. In ogni caso, bisogna ammettere che - al di là dei luoghi più o meno comuni sulle donne di ferro e gli uomini bolliti - tra marito e moglie c'è sempre un polo dominante e un polo remissivo e spesso il più determinato non è quello con il ruolo socialmente più prestigioso, o comunque lo si voglia definire secondo certe assurde scale di valori. Spero solo che Xi apprezzi la buona pubblicità che, alla fine dei conti, il video gli procura e non si lasci trascinare in scontate dinamiche di orgoglio maschile e di paranoia politica. Il muto comando impostogli dalla moglie lo umanizza e ce lo avvicina, proprio quanto tanti di noi guardano alla Cina con un misto di ammirazione, timore e confusione. Pensate che Renzi avrebbe reagito diversamente a uno sguardo di Agnese? O che Obama si sarebbe rifiutato di accondiscendere a un analogo input espresso da Michelle? Io penso di no e dico: meno male. Dentro di sé, quando agita la manina, un leader che sia anche solo mediamente intelligente dovrebbe sentir spirare il primaverile (e benefico) vento dell'umiltà.

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