La realtà reale

Mostratemi un serpente e non batterò ciglio. Un pipistrello sarà il benvenuto. Maggiolini, calabroni, scarafaggi e bacherozzi assortiti mi sono pressoché indifferenti. Ma i ragni... Beh, i ragni sono un'altra cosa.

Non vorrei andare sul clinico al punto di ammettere che soffro di aracnofobia (anche perché non ne "soffro" affatto: mi basta stare alla larga dai ragni per non soffrirne) ma certamente la sensazione di disagio che mi coglie alla vista di queste creature non potrebbe essere classificata diversamente da uno psicologo attento e magari anche un poco pignolo. Sembra tuttavia che oggi le speranze mie di tutti coloro che schifano i ragni siano in aumento: è stato provato infatti che questa particolare fobia è curabile con la reltà virtuale.

Si tratta di quelle simulazioni al computer ficcate direttamente negli occhi della gente tramite una sorta di elmetto per gli occhi chiamato "visore": una studiata dose di ragni virtuali somministrata agli aracnofobici riesce ad attenuare la loro paura. La relatà virtuale viene usata oggi per curare anche altre forme ansiose: la paura delle altezze, per esempio, o, grazie alla realizzazione di platee digitali, il panico che coglie alcuni all'idea di parlare in pubblico.

La notizia, nel complesso, è buona, non fosse per il fatto che, trattandosi di tecnologia, non è possibile escludere che qualcuno ne faccia un uso distorto, addirittura malvagio. E se nel renderci simpatici i ragni, proiettando le loro immagine virtuale nei nostri occhi, un operatore senza scrupoli, insinuasse qui e là la figura di un sottosegretario, di un assessore regionale, di un europarlamentare assenteista, di un parlamentare tanto trombone quanto analfabeta, o di uno dei tanti caporali e caporaletti che, ahimé, ci inquinano l'esistenza? La realtà virtuale, insomma, rischia di indebolire la nostra civica indignazione. Per fortuna basta abbassare il visore perché la realtà reale torni subito a irrobustirla.

© RIPRODUZIONE RISERVATA