La scoperta dell’anno è fatta di proteine e intelligenza

Forse mai come negli ultimi due anni, considerando solo i decenni più recenti, la scienza è stata messa in discussione, irrisa, accusata di aver fallito propositi che, in realtà, non si era mai ripromessa - come quello della nostra salvezza spirituale, qualsiasi cosa essa sia - e mai come in questa stagione infelice perfino la stessa definizione di scienza è stata smontata e rimontata, corretta e ricorretta, svenduta in forma ridotta per venire incontro, come diceva il “disonorato” comico Daniele Luttazzi, «alle vostre capacità mentali».

Qualche scienziato ci ha poi messo del suo, presentandosi in pubblico forse più spinto dalla vanità che dal desiderio di una corretta divulgazione, tanto che, finendo per far baruffa con i cretini, è passato per cretino anche lui.

Per fortuna, per ogni scienziato che incrocia la lama della dialettica con Topo Gigio, i Brutos e Miguel-son-mi, o chiunque altro manifesti eccelse conoscenze in virologia, ce ne sono mille che lavorano nei laboratori e portano avanti con pazienza ricerche delle quali non sentiamo mai parlare se non quando, e capita abbastanza spesso, intervengono a salvarci la pelle.

Non sarà dunque sbagliato dare un’occhiata a quanto gli scienziati sono riusciti a combinare anche in questo 2021, travagliato per loro come per tutti.

Impossibile elencare tutte le ricerche portate a compimento negli appositi centri, siano essi università pubbliche o enti privati. Bisognerà accontentarsi di un esempio, sperando che lo spazio a seguire sia sufficiente per illuminarlo.

L’esempio ci viene fornito dalla rivista americana “Science” che ogni anno in questi giorni annuncia quale ritiene essere stata la « scoperta dell’anno ».

Ebbene, la scoperta più importante del 2021 associa due campi molto difficili e affascinanti: la biologia e l’intelligenza artificiale. La seconda, applicata alla prima, permetterà di prevedere la struttura tridimensionale delle proteine. Grazie alla potenza di calcolo dell’intelligenza artificiale, la struttura delle diverse proteine, occultata dietro le numerosissime possibilità di ordinamento dei mattoni-base che le compongono, gli aminoacidi, potrà essere svelata e, di conseguenza, compresa ed eventualmente “corretta” in caso di malattia.

Spiega “Science” che le proteine sono i “cavalli da tiro” della biologia: «Contraggono i nostri muscoli, convertono il cibo in energia molecolare, trasportano l’ossigeno nel sangue e combattono i microbi invasori». Tuttavia, per quanto diversi e complessi siano i loro compiti, tutte alla base hanno una catena lineare di 20 (al massimo) tipi di aminoacidi, legati in una sequenza codificata nel Dna. Il nostro organismo dà loro un’unica, specifica forma tridimensionale grazie alla quale interagiscono con le altre molecole e svolgono il loro compito a livello cellulare.

Le interazioni tra gli aminoacidi definiscono la forma finale di ogni proteina, ma il numero totale delle possibili interazioni è straordinariamente alto: ecco perché calcolatrice del telefonino non basta e ci vuole l’intelligenza artificiale. «Molto lavoro rimane da fare» spiega “Science”, «ma si tratta di un passaggio importantissimo». Naturalmente, per completezza di informazione, ora occorrerà attendere le dichiarazioni ufficiali di Tiramolla, Bubu e Svicolone.

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