La soluzione assurda

Nel 1986, grazie a un film (“Highlander”), Christopher Lambert informò in mondo di essere immortale. Non come attore, dobbiamo constatare. Allora però la faccenda - ossia la trama cinematografica - ebbe un certo successo.

Come sarebbe stato vivere secolo dopo secolo senza la proverbiale Falce minacciosamente alta sul nostro collo? Il film non era filosofico abbastanza per offrire una risposta: si limitava a stimolare la domanda. Oggi la scienza non esclude che in futuro qualcuno possa saperlo per esperienza diretta. “Non escludere” non vuol dire che sarà così. Per ora alcuni scienziati sostengono che potrebbe non esserci limite alla vita umana. O forse c’è, ma sarebbe ben più in là dei 115 anni che, fino a oggi, sono stati creduti il limite massimo possibile raggiungibile dalla vita media.

Eliminare la morte, per quanto concetto sulle prime attraente, potrebbe non essere una buona idea, almeno fino a quando la vita continua a essere basata su un ciclo che la prevede come componente essenziale.

I vivi hanno bisogno dei morti per vivere. Se i morti fossero vivi, non ci sarebbe cibo per tutti e comunque la fila al supermercato sarebbe interminabile e il parcheggio strapieno a tutte le ore. Non resta che cambiare il ciclo o accettare la morte. Non c’è dubbio che l’uomo, essere ragionevole, sceglierà la soluzione più assurda. Ed economicamente appetibile.

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