L'astratto

L'astratto

Quanto paghereste per un record? Comprendo la vostra perplessità: non è questa una domanda alla quale si risponde così, sui due piedi. Per aiutarvi, dirò che la quotazione più aggiornata di un record è due milioni e mezzo di dollari.
Una bella sommetta, non c’è che dire, ma nulla in confronto a quella che dovreste sborsare per "coprire" il record precedente: 104 milioni di dollari. Il conto totale, dunque, è di 106,5 milioncini. Carta o bancomat?
La faccenda, mi rendo conto, è confusa. Per chiarirla, bisogna incominciare col dire che, martedì scorso, nella casa d’aste newyorkese Christie’s, un quadro di Picasso («Nudo, Foglie Verdi e Busto») è stato venduto, appunto, per 106,5 milioni di dollari. Un record assoluto: la somma più alta mai pagata, non solo per un Picasso, ma per una qualunque opera d’arte. Il primato precedente, sempre per un Picasso, era 104 milioni.
Il punto è che, come molti autorevoli critici d’arte hanno sottolineato, 106 milioni e mezzo quel Picasso non li vale. «Si tratta - dice il Washington Post - di un’opera che poco rivela se non il carattere del Picasso cinquantenne: schifosamente ricco, coccolato da un establishment culturale che a sua volta cercava in ogni modo di compiacere». All’asta, dunque, non è affatto andato il quadro, ma il record. Ovvero, il diritto di appendere al muro un concetto: «Per questa ciofeca ho pagato più di chiunque altro». E se questo concetto non è un astratto, neanche il Picasso lo è.

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