L'umanità in fiamme

La notizia, così come raccontata dall’Ansa, è piuttosto chiara e non si presta a interpretazioni: «Appiccavano il fuoco e simulavano richieste di soccorso al 115 per guadagnare 10 euro l’ora, quanto lo Stato paga i volontari dei Vigili del fuoco. È l’accusa contestata dalla Polizia di Ragusa a un’intera squadra di 15 pompieri ausiliari indagata per truffa; alcuni di loro rispondono anche di incendio. Il capo del gruppo è stato arrestato e posto ai domiciliari».

Se la chiarezza non manca, a scemare, così mi pare di poter dire, è l’indignazione. A meno che non si voglia definire tale la solita pioggia di commenti su Facebook che, però, mi pare ormai assimilabile a un rumore di fondo: una sequenza di luoghi comuni fusa in un brusio senza senso. L’assenza notabile è quella dell’indignazione civile vera e propria: un sentimento individuale e collettivo simile allo smarrimento, la sincera preoccupazione per il declino della società, per un nuovo gradino del degrado disceso senza che nessuno se ne sia reso conto.

Il vigile del fuoco piromane è invece solo un altro personaggio del teatrino dove è diventato ovvio che, chi può farlo, ne approfitta. Il medico si fa rimborsare cure non necessarie, il politico chiede la mazzetta e il pompiere, vivaddio, appicca il fuoco. La reazione invocata è la repressione, la galera, lo sputtanamento: tutto quanto fa contenimento a un’umanità sulla quale, ormai, è perfino ingenuo fare affidamento.

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