Milano la scorbutica

Anche se non siete stati indagati per tangenti saprete, almeno per sentito dire, che l’anno prossimo Milano ospiterà l’Expo: “Nutrire il pianeta, energia per la vita” il tema-slogan che la manifestazione, con tutta la larghezza, l’approssimazione e perfino l’ipocrisia del caso, dovrà svolgere a beneficio dei visitatori, che si annunciano in arrivo a milionate.

Il problemi della corruzione e del ritardo dei cantieri potrebbero rivelarsi poca cosa se, prima dell’appuntamento fatale, la città di Milano non risolverà una volta per tutte una questione che rischia di essere più distruttiva perfino delle mazzette e della politica avida e incompetente.

Il sondaggio annuale di Condé Nast Traveler condanna infatti il capoluogo lombardo. Nello stendere le classifiche delle città più e meno amichevoli del mondo, a Milano è toccato il poco invidiabile onore di appartenere alla seconda lista. A dirla tutta, in difetto di cortesia e calore sembrano essere quasi tutte le città europee - con la sola eccezione di Dublino, inclusa nell’elenco delle città più ospitali - e in particolare quelle francesi. Nei primi posti (appena dietro Johannesburg, considerata la metropoli più inospitale del mondo), figurano Cannes, Parigi, Marsiglia, Francoforte, Monte Carlo e, triste a dirsi, Milano: le spetta l’ottavo posto nella hit parade dei centri urbani più scorbutici del globo.

Con tutta la tara che va fatta ai sondaggi e dunque tenuto conto di ogni possibile riserva, che Milano sia considerata una città “scortese” fa dispiacere. Anche perché, tutto sommato, non è storicamente vero: sotto una pellaccia ingrigita dalla nebbia e dietro a un dialetto aspro e incline al sarcasmo, i milanesi, come i lombardi tutti, hanno sempre rivendicato un’umanità pratica, umile e retta. Sarà meglio ritrovarla presto: l’Expo, in questo senso, è un occasione unica. Altrimenti, meglio cambiare lo slogan: “Nutrire il pianeta, fà balà l’oeucc e andare a dar via i ciapp”.

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