Mostri elettorali

Certo, in sé il gioco è facile: si prende, in un determinato contesto, il peggio del peggio del peggio, lo si mette tutto insieme e si pubblica il risultato. Di conseguenza, chi osserva ha l'impressione che il tutto, e non solo una selezionata sintesi di esso, equivalga al peggio. Tanto per chiarire: mi riferisco alle gallerie di orrori elettorali viste in questi giorni su molti siti. Elezioni comunali e regionali offrono un'ampia scelta di ambiziose mostruosità: pubblicità elettorali ridicole, grottesche addirittura, slogan fatti in casa, pose fotografiche al limite del circense. Se ne esce con l'impressione che la politica sia più che altro un'escrescenza non curata della società ma poi sovviene che, più propriamente, la politica è un'espressione della società stessa e la maschera grottesca, dunque, è quella che tutti noi portiamo sul volto.

Ma, ancora una volta, si tratta di un gioco facile e per certi versi mistificante: i compilatori delle suddette gallerie avranno scartato i candidati “normali” o, per così dire, “decenti”, “sobri” se volete, e meno visivamente aggressivi. Resta però il sospetto che il cattivo gusto non sia un fattore così raro. Inoltre, è trasversale ai partiti, segno che la diffusione dell'errata percezione del sé unisce dove le idee (?) dividono. Ripeto per l'ultima volta: tali raccolte fotografiche rimandano un'impressione distorta. Eppure, riguardando per l'ennesima volta quelle facce piene di malintesa vanità, vien voglia di dire che, se esse esprimono in qualche modo tutti noi, o anche solo parte di noi, non c'è davvero necessità che si esprimano. Regioni, Comuni, eccetera: c'è proprio bisogno di riconoscerli quando diventeranno semplicemente contenitori per maschere di poveri Carnevali, festicciole a spese altrui, ambizioni di farsi grandi davanti alla portinaia?

Il mio non è un invito a non votare, o a dar per perduta la democrazia, ci mancherebbe. E' solo un invito alla consapevolezza; il voto è una gran cosa, ma c'è poco da fare: bisogna riconoscere che, non diversamente dalla dittatura, genera mostri.

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