Nessun vaccino

Senza bisogno di scomodare Umberto Eco e le sue più recenti osservazioni sugli "opinionisti" online, è facile affermare che molti di noi siano sconcertati dal livello (infimo) di certe discussioni che si incontrano in Rete. Non pochi saranno rimasti disgustati da “post” razzisti, corredati da svastiche, mascelle mussoliniane e perfino forni crematori. Altri avranno manifestato perplessità davanti alla frequente intolleranza e violenza verbale di chi sostiene, o dice di sostenere, cause che meriterebbero miglior dispiego intellettuale (non di rado gli animalisti esagerano nel loro fervore e passano all'insulto personale) e alcuni si saranno ritratti infastiditi dal tono stoltamente facinoroso di parecchie baruffe politiche.

A tutti loro vorrei dire: rilassatevi. Per due ragioni. La prima è che non si può combattere da soli la stupidità mondiale: essa è un elemento costitutivo dell'universo. E' come il bromo: velenoso, ma diffuso. La seconda ragione è che questa mefitica nube ronzante di epiteti, intolleranze e ignoranza, sembra un batuffolo profumato rispetto a quanto succede altrove. Per esempio negli Usa, dove la violenza online (e non solo) dei gruppi che si battono contro l'obbligo di vaccinazione ha raggiunto livelli che le autorità ritengono preoccupanti.

Inutile riassumere le ragioni di questi gruppi (non esistono): basterà dire che essi insultano e minacciano non solo chi esprime un'opinione diversa, ma anche i loro figli, raggiunti in Rete tramite i profili social. E' il caso di una bambina di 11 anni che si è vista arrivare il seguente messaggio: “Tua madre è un pezzo di m. che cerca di ucciderti. Soffre di problemi mentali. E' sotto inchiesta per aver fatto parte di gruppi d'odio e per hackeraggio. Spero ti piaccia la tua nuova casa. Mi ringrazierai quando sarai vecchia”.

Umberto Eco parla di “legioni di imbecilli”. Credo ridimensioni il fenomeno: io direi “armate di pazzi”. Ma non c'è vaccino contro certa follia: solo pazienza, calma, serenità.

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