Pensare alla strada

Se siete in cerca di un complotto allora ne ho uno molto interessante da proporvi. Un’avvertenza: questo è un complotto vero e proprio e non una fumisteria alla Giulietto Chiesa. Non è roba per chi pensa che Renzi sia un marziano prigioniero dei poteri forti del Sionismo internazionale e che le scie chimiche siano la prova dell’esistenza in vita di Elvis Presley. Nulla di tutto questo: si tratta di un complotto vero e come tutti i complotti veri è lì sotto i nostri occhi ma noi non lo consideriamo tale perché non ci vediamo nulla di strano. Eppure lo strano c’è, eccome.

IIl complotto è stato svelato dal sito vox.com il quale ha spiegato come è accaduto che, all’incirca un secolo fa, un comportamento naturale come attraversare la strada sia diventato reato.

Oggi ci sembra naturale che esistano le strisce pedonali e i semafori e che i pedoni possano venir biasimati se, in alcune circostanze, vanno a ficcarsi sotto le ruote di un’automobile. All’inizio del XX secolo non era così: la strada, quella urbana in particolare, era uno spazio pubblico. La gente ci passava con carri, carretti, biciclette, tricicli e, soprattutto, a piedi. Se qualcuno la strada doveva attraversarla, muoveva le gambe e passava dall’altra parte.

Con l’immissione delle automobili nel traffico si registrarono i primi incidenti: i pedoni spensierati finivano schiacciati come mosche. La reazione dell’opinione pubblica fu sulle prime ostile agli automobilisti, accusati di indulgere in un passatempo futile e pericoloso. I costruttori di automobili pensarono bene allora di finanziare una campagna giornalistica per ridicolizzare la figura del “pedone distratto” e imporre la legge delle vetture sulle strade. Non più tardi del 1925, attraversare la strada era reato in tutta l’America, un comportamento illegale che si chiamava - e ancora si chiama - “jaywalking”. Ecco dunque raccontato un complotto vero, terrestre, dimostrabile. Tanto più nascosto e invisibile in quanto i complottisti di professione, passati e presenti, camminano, loro sì pedoni colpevoli, guardando le stelle invece di pensare alla strada.

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