Risate su Marte

Se non vi mettete subito a ridere, vorrei procedere con dei ringraziamenti solenni e doverosi. Vorrei ringraziare, infatti, la Nasa, l’ente spaziale americano, per aver diffuso ieri la notizia che il 2014 è stato l’anno più caldo mai registrato da quando, nel 1880, si è incominciato a raccogliere i dati sulla temperatura terrestre. La ragione della mia gratitudine sta nel fatto che la notizia mi ha fatto molto ridere.

Comprendo la vostra perplessità. A prima vista la notizia non fa né ridere né piangere: è una notizia, un fatto. Un’informazione. Ognuno può riceverla e trattarla come crede: un dato statistico, una curiosità, il segnale inequivocabile dell’imminente fine del mondo. Dipende da noi.

L’ilarità nasce dal fatto che oggi non c’è notizia senza commento e più globale, scientifica e oggettiva la notizia è più il contrasto con i commenti, che sempre sono viscerali, empirici, basati su sentimenti personali, antipatie e perfino fede politica, diventa esilarante.

La notizia di cui sopra, ripresa ieri nel sito di un importante quotidiano nazionale, ha raccolto una tempesta di commenti che neanche i fratelli Marx nel loro momento di maggior forma avrebbero potuto inventare. Un tale, perplesso, scrive: «Anno freddo? Ma se qui a Bologna non abbiamo neanche avuto l’estate!» Subito un altro lo riprende: «Eh già, perché Bologna è il termine di paragone mondiale! Non conta la temperatura del Pacifico o dell’Atlantico. Se lei a Bologna ha freddo bisogna che lo studio sia sbagliato!»

C’è poi un lettore che subito individua - o crede di aver individuato - la falla: «Aha! Quindi nel 1880 faceva più caldo che nel 2014! Il riscaldamento globale è una panzana». Veramente nessuno ha detto che nel 1880 faceva “più caldo”: solo che in quell’anno si è cominciato a registrare la temperatura del pianeta. Non importa: la scienza è oggetto di dibattito tanto quanto il Quirinale, Greta e Vanessa, il centrocampo della Samp. Se questo non è un mondo da ridere, caldo o freddo non importa, non so quale lo sia. Provate voi a farvi ’ste matte risate su Marte.

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