Scrivere e scrivere

L’impegno quotidiano a riempire questo spazio arricchisce le giornate del sottoscritto di un sentimento ambivalente. All’ansia, che sottende alla paura di non farcela, si accompagna un senso gioioso di anticipazione: quando è vuoto, lo spazio è un’opportunità donata dal cielo, la chance sempre rinnovata di combinare qualcosa che possa avere un impatto benefico su me stesso e sugli altri.

È troppo? Mi chiedo quale sia il senso ultimo di queste note. Informare? Visto che ci troviamo in un giornale, dovrebbe essere così. Informare con un tocco personale? Anche questo è probabile: in fondo, si tratta di una rubrica, ovvero di un contenitore che, secondo definizione, offre al lettore l’abitudine di un singolare punto di vista - si spera piacevole - sulla realtà. Sospetto però che ci sia dell’altro. L’impegno quotidiano, e la spinta che lo sostiene, è per me legato all’esplorazione di un territorio particolare: quello della scrittura.

Non perché io sia particolarmente dotato in questo (ho accettato da tempo il fatto di essere lontano dall’eccellenza), piuttosto perché, bravo o non bravo, poche cose - forse nessuna - mi interessano quanto il meccanismo dello scrivere.

C’è molto da leggere, sulla scrittura: è questo infatti un soggetto che ha ispirato le menti più straordinarie. Eppure pochissimi sono riusciti a catturarne pienamente il mistero, il dolore e la gioia . Dubito fortemente che ci riuscirò io, ma ci provo.

Scrivere è per me seguire una strada non ancora tracciata: c’è sempre un po’ di sgomento nel muovere un passo, ovvero nel legare una nuova parola al flusso dei pensieri. Reggerà? Andrà nella giusta direzione? Contribuirà al raggiungimento del traguardo? Bisogna poi chiarirsi le idee,su questo benedetto traguardo! La scrittura sembra a volte attivare una fonte indipendente del pensiero, una stella polare che ci conduce altrove rispetto ai nostri piani: spesso, più lontano del previsto e in luoghi più interessanti. Ecco perché, nonostante i miei limiti, non rinuncio alla vertigine dello scrivere: è l’esercizio più vicino all’avventura che conosca.

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