Senza Chaplin

Scrivendo sia “per la carta” sia “per il web” condivido la dicotomia di tanti giornalisti d'oggi e, soprattutto, il timore che presto il web avrà la meglio sulla carta. Il timore sussiste perché mentre per l'editoria la carta ha realizzato profitti, il web no e nessuno sembra aver ancora trovato la formula magica per rettificare questo andazzo. Nel limbo, non resta che sperare e aggrapparci al salvagente storico. E' infatti abbastanza accertato che l'arrivo di un nuovo media non necessariamente uccide quello vecchio: la radio non ha cancellato i giornali, e la tv non ha cancellato la radio. Il web, allo stato, ancora non ha ammazzato né giornali, né radio, né tv. L'ipotesi è che, pur passando attraverso radicali e forse perfino benefiche trasformazioni, la “carta” possa sopravvivere. Eppure, qualcuno che ci ha lasciato le penne per colpa del progresso mediatico c'è. Si chiama – meglio, si chiamava – Marceline Orbes.

All'inizio del XX secolo, lo spagnolo Marceline era un clown di eccezionale fama. Per lui e intorno a lui si costruivano circhi. Per dieci anni, dal 1905 al 1915, la folla fece a pugni per applaudirlo sotto il tendone dell'Hyppodrome Circus di New York. In quegli anni, egli ebbe modo di lavorare con un giovane comico chiamato Charlie Chaplin e di insegnargli qualche trucco del mestiere. Tutto filava a meraviglia, fino al giorno in cui Marceline raggiunse il centro della pista per trovare il suo circo vuoto. Che cosa era successo? Qualcuno aveva inventato il cinema. Il film muti avevano rimpiazzato il circo nelle preferenze della gente. Anche Marceline tentò di aggiornarsi: girò un film, ma capì subito che la macchina da presa non era per lui. Nel 1927, dopo un catastrofico tentativo di aprire un ristorante, il grande clown morì suicida. Per colmo d'ironia, molto tempo dopo, nel 1952, l'ex giovane comico chiamato Chaplin gli rendeva omaggio in un capolavoro del cinema: “Luci del varietà”. Una storia che spero non sia metafora di quanto sta accadendo al giornalismo. Se qualcuno deve celebrarlo, infatti, che almeno prima di andarsene si celebri da solo. Di Chaplin in giro oggi non ce n'è.

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